"Incapacità a compiere gli atti quotidiani della vita": l'interpretazione estensiva della Cassazione
05 Febbraio 2015
Cass.civ., sez. VI, 15 gennaio 2015, n. 546, sent
Fragilissima la tesi dell'INPS, secondo cui l'uomo è, comunque, in grado di affrontare in autonomia la vita. Certo, egli dichiara di utilizzare il computer a casa, e di recarsi dal giornalaio di fiducia e all'ufficio postale, ma i problemi a livello mnemonico e il disorientamento topografico rendono impossibile vivere senza l'assistenza di una persona. Vita assolutamente regolare, almeno in apparenza... Perché l'uomo, protagonista – malvolentieri – della vicenda, può svolgere in autonomia le comuni attività domestiche e muoversi tranquillamente, fuori dalla propria abitazione, per raggiungere i suoi punti di riferimento, come ufficio postale e giornalaio. Eppure, allo stesso tempo, egli, a seguito di un grave trauma commotivo, soffre di un grave deficit mnemonico e di un forte disorientamento topografico. Così, di fronte alla constatazione di tale confusione spazio-temporale, le sembianze di una vita normale crollano miseramente. E ciò rende logico, e corretto, il riconoscimento, a favore dell'uomo, della indennità di accompagnamento (Cassazione, ordinanza numero 546, Sesta Sezione Civile Lavoro, depositata oggi). Vita autonoma. Sconfitta netta, sia in primo che in secondo grado, per l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che, per i giudici di merito, deve provvedere al «pagamento dell'indennità di accompagnamento» riconosciuta a un uomo, alla luce delle sue precarie condizioni psico-fisiche. Più precisamente, è stata accertata nell'uomo una «condizione di deficit mnemonico e disorientamento topografico, oltre a rallentamento ideativo e della fluenza verbale». |