Disciplina dei lavoratori “trasfertisti”

La Redazione
21 Settembre 2015

Per quali aspetti i “trasfertisti” si differenziano dai lavoratori normalmente inviati in trasferta?

Per quali aspetti i “trasfertisti” si differenziano dai lavoratori normalmente inviati in trasferta?

Dai lavoratori inviati in trasferta in regime ordinario - e che quindi si spostano in modo temporaneo e occasionale - devono distinguersi i c.d. “trasfertisti”: lavoratori tenuti per contratto all'espletamento dell'attività lavorativa in luoghi sempre variabili e diversi. La figura del trasfertista assume rilievo soprattutto sul piano contributivo e fiscale, in quanto le indennità e le maggiorazioni retributive spettanti a questi lavoratori concorrono a formare il reddito nella misura del 50% anche se vengono corrisposte con carattere di continuità.

Per la qualificazione della fattispecie è necessario che la normale attività lavorativa si svolga contrattualmente al di fuori di una sede di lavoro prestabilita - ancorché l'assunzione del dipendente sia formalmente avvenuta per una determinata sede - e con riferimento al pagamento di una indennità o una maggiorazione retributiva erogata in ragione di tale caratteristica, anche se non nei giorni di assenza dal lavoro (per ferie, malattia, ecc.) e anche se in misura variabile in relazione alle destinazioni di volta in volta assegnate (Cass. 13 gennaio 2012, n. 396).

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