Lavoratore notturno e perimetro di applicazione

21 Luglio 2014

Si desidera sapere cosa si intende per “periodo notturno” e quando un lavoratore sia da considerarsi “lavoratore notturno”.

Si desidera sapere cosa si intende per “periodo notturno” e quando un lavoratore sia da considerarsi “lavoratore notturno”.

L'orario di lavoro giornaliero può cadere in fasce orarie definite come “notturne” dalla legge o dai contratti collettivi. La legge (D.Lgs. n. 66/2003, art. 1, c. 2, lett. d-e) considera periodo notturno l'arco di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino e considera “lavoratore notturno” chi:

  • svolga durante il periodo notturno almeno tre ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale;
  • svolga durante il periodo notturno almeno una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dal contratto collettivo; in assenza di disciplina collettiva è considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga per almeno tre ore lavoro notturno per un minimo di 80 giorni lavorativi all'anno (tale limite è riproporzionato in caso di lavoro a tempo parziale).

I due criteri sono alternativi: il secondo non va a sovrapporsi al primo in quanto prende in considerazione lo svolgimento di una prestazione lavorativa in parte esercitata durante il periodo notturno, a prescindere dalla circostanza che l'attività in questione rientri nell'orario normale di lavoro (Ministero del lavoro, circ. n. 8/2005). Quindi, deve considerarsi lavoratore notturno anche colui che, pur non essendo impiegato in modo normale durante il periodo notturno, svolga comunque per almeno 80 giorni/anno il lavoro notturno minimo richiesto.

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