Telecamere negli spogliatoi aziendali

19 Settembre 2014

Il Garante della Privacy ha vietato di porre in essere un sistema di videosorveglianza in grado di controllare l'intero spogliatoio maschile aziendale alla società che voleva fermare le effrazioni ivi avvenute e denunciate dai dipendenti.

Una società, a seguito di alcune effrazioni avvenute a danno dei dipendenti negli spogliatoi aziendali, aveva chiesto al Garante della Privacy di poter potenziare il proprio sistema di videosorveglianza interno, installando una rete di telecamere volte al minuzioso videocontrollo dell'area adibita a spogliatoio.

L'Autorità, nel vietare alla società di porre in essere il prospettato progetto, ha ritenuto il trattamento non conforme alle disposizioni vigenti in materia di dati personali.

Il sistema descritto, infatti, verrebbe configurato in modo tale da porre in essere un videocontrollo dell'intero spogliatoio del personale maschile, senza prevedere alcuna limitazione dell'angolo di ripresa in un'area, invece, connotata da una particolare aspettativa di riservatezza.

Inoltre, il Garante afferma che l'azienda non aveva adeguatamente provato l'inutilità degli altri strumenti di cui si era dotata al fine di impedire l'effrazione degli armadietti dei dipendenti (telecamera puntata sull'ingresso degli spogliatoi e dotazione di lucchetti). Le denunce di furto prodotte, difatti, si riferiscono ad eventi verificatesi non durante l'orario di lavoro e non negli spogliatoi, ma all'interno dei locali aziendali adibiti allo svolgimento dell'attività lavorativa.

Con riferimento agli eventi criminosi prospettati, quindi, il Garante della Privacy (doc. web n. 3325380) non ritiene utile l'ampliamento nei termini richiesti del già esistente sistema di videosorveglianza.