Esclusa dalla selezione per hostess a causa del rifiuto di togliersi il velo: è comportamento discriminatorio
21 Giugno 2016
Condotta discriminatoria Nell'ambito del rapporto di lavoro, non costituiscono atti di discriminazione (art. 3, D.Lgs. n. 216/2003) le differenze di trattamento dovute a caratteristiche connesse alla religione, purché tali peculiarità rappresentino un requisito essenziale e determinante per lo svolgimento dell'attività lavorativa (nella specie, la richiesta di “non indossare il velo” – c.d. hijab -, allo scopo di essere selezionata quale hostess, ha integrato secondo la Corte una condotta discriminatoria, derivante dall'appartenenza all'Islam).
Non costituiscono atti di discriminazione In tema di discriminazione religiosa nei rapporto di lavoro, integra una condotta discriminatoria, derivante dall'appartenenza all'Islam, la richiesta di “non indossare il velo”: al contrario, non costituiscono atti di discriminazione (art. 3, D.Lgs. n. 216/2003) le differenze di trattamento dovute a caratteristiche connesse alla religione, ove tali peculiarità rappresentino un requisito essenziale e determinante per lo svolgimento dell'attività lavorativa.
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