Lavoro domestico e malattia

28 Agosto 2014

Si chiede quali siano i diritti e i doveri del lavoratore domestico e del suo datore in caso di malattia del dipendente.

Si chiede quali siano i diritti e i doveri del lavoratore domestico e del suo datore in caso di malattia del dipendente.

Il lavoratore deve avvertire immediatamente il datore di lavoro, salvo cause di forza maggiore o impedimenti, entro l'orario previsto per l'inizio della prestazione lavorativa; successivamente, il lavoratore deve far pervenire al datore di lavoro, entro due giorni dal rilascio, il certificato medico rilasciato entro il giorno successivo all'inizio della malattia.

Se il lavoratore domestico si assenta dal lavoro per malattia, l'INPS non paga alcuna indennità.

Quando è ammalato, il lavoratore domestico, convivente o non convivente, ha diritto alla conservazione del posto, per periodi differenti secondo l'anzianità maturata presso la stessa famiglia:

  • 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
  • 45 giorni, se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio;
  • 180 giorni, se l'anzianità di servizio supera i due anni.

Oltre alla conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro deve garantire il pagamento della metà del salario pattuito per i primi tre giorni e del salario intero per i giorni successivi, fino a un massimo di:

  • 8 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
  • 10 giorni, per anzianità da sei mesi a due anni;
  • 15 giorni, per anzianità superiori a due anni.

Negli eventuali giorni di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro, al lavoratore non spetta l'indennità di vitto e di alloggio.

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