Osservatorio sulla Cassazione - Settembre 2017
11 Ottobre 2017
Risoluzione della cessione di ramo d'azienda: opponibile al fallimento solo se trascritta Cass. Civ. – Sez. – 25 settembre 2017, n. 22280, sent. Nell'ambito di un contratto di cessione di ramo d'azienda, in caso di fallimento della parte inadempiente l'effetto risolutivo del contratto deve ritenersi già verificato ove la volontà di avvalersi della clausola risolutiva espressa sia stata comunicata anteriormente alla data della sentenza di fallimento; tuttavia occorre tener conto anche della disciplina in tema di pubblicità degli atti: nel caso di cessione di un'azienda che comprenda anche beni immobili, ai fini pubblicitari l'atto traslativo deve essere sia iscritto nel registro delle imprese (rendendo opponibile ai terzi la cessione dell'azienda in relazione al complesso di beni di natura mobiliare, ivi compresi i crediti, che la compongono), sia trascritto nei registri immobiliari, al fine di assicurarne la prevalenza rispetto a qualunque altro atto avente efficacia reale, che venga successivamente trascritto in relazione al medesimo compendio immobiliare.
Fallimento in estensione del socio occulto anche oltre l'anno dalla sentenza dichiarativa Cass. Civ. – Sez. I – 25 settembre 2017, n. 22270, ord. Il termine annuale per la dichiarazione di fallimento, ex art. 147, comma 2, l. fall., riguarda unicamente i soci illimitatamente responsabili di società regolare e non anche il socio occulto, che risulti dopo la dichiarazione di fallimento.
Reati tributari: sequestro per equivalente anche nei confronti del legale rappresentante Cass. Pen. – Sez. III – 22 settembre 2017, n. 43816, sent. Quando si procede per reati tributari commessi dal legale rappresentante di una persona giuridica, non risulta possibile il sequestro per equivalente sui beni della società; invece è legittimo il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente dei beni dell'imputato, legale rappresentante, sul presupposto dell'impossibilità di reperire il profitto del reato nel caso in cui dallo stesso soggetto non sia stata fornita la prova della concreta esistenza di beni nella disponibilità della persona giuridica su cui disporre la confisca diretta. Conseguentemente la capienza del patrimonio della società, relativamente al credito tributario, risulta irrilevante e non consente di escludere il sequestro per equivalente nei confronti dell'imputato.
Sanzioni amministrative: l'effetto estintivo dell'obbligazione principale non si estende all'obbligato solidale Cass. Civ. - Sez. Unite – 22 settembre 2017, n. 22082, sent. All'interno del sistema dell'illecito amministrativo la solidarietà prevista dalla L. n. 689 del 1981, art. 6 non si limita ad assolvere una funzione di sola garanzia, ma persegue anche uno scopo pubblicistico di deterrenza generale nei confronti di quanti, persone fisiche o enti, abbiano interagito con il trasgressore rendendo possibile la violazione. Pertanto, l'obbligazione del corresponsabile solidale è autonoma rispetto a quella dell'obbligato in via principale, per cui, non dipendendone, essa non viene meno nell'ipotesi in cui quest'ultima, ai sensi della L. n. 689 del 1981, art. 14, u.c., si estingua per mancata tempestiva notificazione; con l'ulteriore conseguenza che l'obbligato solidale che abbia pagato la sanzione conserva l'azione di regresso per l'intero, ai sensi del citato art. 6, u.c. verso l'autore della violazione, il quale non può eccepire, all'interno di tale ultimo rapporto che è invece di sola rilevanza privatistica l'estinzione del suo obbligo verso l'Amministrazione.
Gli obblighi informativi dell'intermediario in caso di operazione non adeguata Cass. Civ. – Sez. I – 20 settembre 2017, n. 21839, ord. In tema di responsabilità dell'intermediario per violazione degli obblighi informativi, ai sensi dell'art. 29, comma 3, reg. Consob n. 11522/1998, in presenza di contestazione la banca deve dimostrare di aver preventivamente adempiuto all'obbligo di fornire un'informazione concreta e specifica sulle caratteristiche del prodotto, tale da soddisfare le esigenze del singolo rapporto, non essendo sufficiente, a tale scopo, la dichiarazione resa dal cliente, su modulo predisposto dalla banca e da lui sottoscritto, in ordine alla consapevolezza circa la natura di “operazione non adeguata” rispetto al suo profilo di investitore. Tale dichiarazione, infatti, non costituisce dichiarazione confessoria e non è sufficiente a far ritenere dimostrato, da parte dell'intermediario, l'adempimento degli obblighi informativi.
Esenzione Iva esclusa se la cessione di immobili avviene tra società collegate Cass. Civ. – Sez. Trib. – 20 settembre 2017, n. 21725, sent. L'esenzione dell'Iva, ex art. 10, n. 8-bis d.P.R. n. 633/1972, opera solo in caso di cessione di immobili tra soggetti economici diversi e non quando le imprese sono legate da vincolo societario di collegamento, controllo, o quando una delle due società rivesta una posizione dominante. A tal fine, la nozione di controllo, ex art. 2359 c.c., è incentrata sul concetto di influenza dominante.
Come identificare la sede effettiva di una società ai fini di una valida notifica Cass. Civ. – Sez. VI – 19 settembre 2017, n. 21699, ord. Posto che ove la sede legale di una persona giuridica sia diversa da quella effettiva si ritiene valida la notifica effettuata presso quest'ultima sede, deve essere accertata l'esistenza di una sede effettiva: affinchè possa essere configurata l'esistenza di una sede societaria effettiva non è sufficiente che talune attività sociali siano decentrate o che vi sia altro luogo utilizzato come recapito per ragioni organizzative dovendo identificarsi la sede effettiva, comunque, con il luogo ove abbiano concreto svolgimento le attività amministrative e di direzione dell'ente.
Responsabile l'amministratore di fatto che si sia ingerito nella gestione societaria Cass. Civ. – Sez. I – 18 settembre 2017, n. 21567, sent. In tema di responsabilità degli amministratori di società, sussiste la figura di amministratore di fatto allorchè un soggetto si sia ingerito nella gestione sociale, in assenza di qualsivoglia investitura, sia pure irregolare o implicita, purchè le funzioni gestorie svolte in via di fatto abbiano carattere sistematico e non si esauriscano nel compimento di alcuni atti di natura eterogenea od occasionale; non è, però, richiesto che gli atti compiuti in via di fatto debbano riferirsi all'intero spettro delle avvitià amministrative, essendo sufficiente un intervento incisivo e non occasionale che, in quanto idoneo ad influenzare le scelte imprenditoriali in settori chiave, sia tale di improntare da sé l'operato complessivo della società. Deve ritenersi sussistente tale carica in capo al soggetto che intervenga, con carattere continuativo, alle riunioni del c.d.a. e abbia un pervasivo potere di controllo sulle decisioni assunte dagli altri amministratori e, dunque, sulla gestione.
Accertamenti bancari non solo sui conti correnti della società ma anche su quelli dei soci Cass. Civ. – Sez. Trib. – 15 settembre 2017, n. 21424, ord. In tema di accertamento delle imposte sui redditi, l'utilizzazione dei dati risultanti dalle copie dei conti correnti bancari acquisiti dagli istituti di credito non può ritenersi limitata, in caso di società di capitali, ai conti formalmente intestati all'ente, ma riguarda anche quelli intestati ai soci, agli amministratori o ai procuratori generali, allorchè risulti provata dall'amministrazione finanziaria, anche tramite presunzioni, la natura fittizia dell'intestazione o, comunque, la sostanziale riferibilità all'ente dei conti medesimi o di alcuni loro singoli dati, senza necessità di provare altresì che tutte le movimentazioni di tali rapporti rispecchino operazioni aziendali.
La confisca per equivalente prevale sullo spossessamento derivante dal fallimento Cass. Pen. – Sez. V – 12 settembre 2017, n. 41535, sent. La confisca per equivalente a seguito di sequestro disposto in data anteriore alla dichiarazione di fallimento non può che prevalere sullo spossessamento realizzato dalla procedura concorsuale e non può procedersi a dissequestro in favore del curatore fallimentare.
Recesso del socio e inopponibilità delle clausole statutarie sopravvenute Cass. Civ. – Sez. VI – 11 settembre 2017, n. 21036, ord. Nel momento in cui la dichiarazione di recesso del socio giunge a conoscenza della società, il rapporto sociale tra socio e società si scioglie, con la conseguenza che sono inopponibili all'ex socio, diventato terzo nei confronti della società per effetto del recesso, tutte le vicende successive che dovessero interessare la società, sicchè sono irrilevanti nei suoi confronti i mutamenti aventi ad oggetto l'assetto organizzativo (nel caso di specie: la trasformazione da società di persone a società di capitali); sono parimenti inopponibili all'ex socio le clausole statutarie sopravvenute, compresa la clausola compromissoria per la risoluzione delle controversie.
L'autoriciclaggio può configurarsi come reato permanente Cass. Pen. – Sez. II – 7 settembre 2017, n. 40890, sent. Il delitto di cui all'art. 648-ter.1, c.p., pur non essendo a consumazione istantanea, è reato a forma libera e può anche atteggiarsi a reato eventualmente permanente quando il suo autore lo progetti ed esegua con modalità frammentarie e progressive per un tempo più o meno lungo. |