Sì all'IVA sulle consulenze del consorzio
18 Ottobre 2017
Non rileva che la società consorziata non abbia partecipato direttamente all'esecuzione di lavori nell'anno contestato; tutte le operazioni poste in essere dal consorzio, infatti, devono essere ribaltate sulla singola società consorziata. E ancora: è quest'ultima che deve emettere, ai fini IVA, fattura nei confronti del consorzio in proporzione della quota consortile, per il ribaltamento dei proventi delle commesse ad essa attribuiti. È questo il principio espresso dalla Suprema Corte con l'ordinanza del 13 ottobre 2017, n. 24102. Con essa, i giudici del Palazzaccio hanno accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate ribaltando la tesi dei giudici del merito. La causa riguardava un avviso di accertamento notificato ad una Spa, che svolgeva consulenze per il consorzio nella quale operava.
Si legge in ordinanza: «Il consorzio costituito per gli scopi previsti dall'art. 2602 c.c. – ovverosia per costituire un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese – ai fini dell'esecuzione di appalti di opere pubbliche o della gestione o del compimento di servizi, non assume la posizione di appaltatore, che resta puntualizzata sulle imprese socie riunite, ma il più modesto rilievo di struttura operativa al servizio di tali imprese. […] Ne discende che, dal punto di vista tributario, le operazioni ed i costi della società consortile non possono che essere direttamente riferibili alle società consociate». |