Assoggettata solo in UK la retribuzione del lavoratore italiano

La Redazione
19 Ottobre 2017

Con la sentenza n. 24112/2017 i Giudici della Suprema Corte hanno ricordato che in materia di doppia imposizione, le somme percepite da un soggetto nel Regno Unito a titolo di retribuzione di un'attività di lavoro dipendente sono assoggettate a tassazione solo in tale Stato.

Le somme percepite da un soggetto nel Regno Unito a titolo di retribuzione di un'attività di lavoro dipendente sono assoggettate a tassazione solo in tale Stato. Lo hanno ricordato i giudici della

Corte di Cassazione

con la

sentenza del 13 ottobre 2017, n. 24112

, con la quale hanno accolto il ricorso di un contribuente.

Il caso riguardava un giornalista che aveva svolto l'attività di corrispondente da una capitale straniera (Londra). Il Fisco gli aveva recapitato un accertamento per IRPEF e addizionali per omessa dichiarazione dei redditi di lavoro dipendente percepiti dal giornale per il quale lavorava. Secondo i giudici di appello, il contribuente avrebbe dovuto dichiarare, in Italia, la retribuzione percepita per il lavoro prestato nello Stato di residenza e provare l'ammontare dell'imposta ivi versata. Il giornalista ricorreva in Cassazione, ottenendo l'accoglimento del suo ricorso.

Infatti, i giudici della Cassazione hanno ricordato che esiste una convenzione tra Italia e Regno Unito per evitare le doppie imposizioni, la quale recita che: «i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un'attività dipendente sono imponibili soltanto in detto Stato, a meno che tale attività non venga svolta nell'altro Stato contraente. Se l'attività è svolta, le remunerazioni percepite a tal titolo sono imponibili in questo altro Stato».

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