Risarcimento del danno non patrimoniale e stereotipi discriminatori di genere

Giuseppina Pizzolante
30 Ottobre 2017

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha statuito che la decisione dei Giudici nazionali di ridurre il risarcimento assegnato ad una cinquantenne portoghese a titolo di danno non patrimoniale, in seguito ad errore medico..

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha statuito che la decisione dei Giudici nazionali di ridurre il risarcimento assegnato ad una cinquantenne portoghese a titolo di danno non patrimoniale, in seguito ad errore medico, viola l'art. 14 (divieto di discriminazione) in combinato con l'art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) CEDU, perché discriminatoria. La Corte ha rilevato che l'età e il sesso della ricorrente sono apparsi fattori decisivi nella decisione definitiva dei Giudici nazionali di ridurre l'indennizzo, concesso sia per le sofferenze fisiche e mentali patite sia per la necessità di dover ricorrere ad un servizio di assistenza domestica. In particolare, la decisione, a differenza di casi analoghi, riguardanti ricorrenti di sesso maschile, è viziata dall'assunto generale che la sessualità, per una donna di cinquant'anni, madre di due figli, non è così importante come per una persona di età più giovane.

(Fonte: ilfamiliarista.it)

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