Risarcimento del danno non patrimoniale e stereotipi discriminatori di genere
30 Ottobre 2017
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha statuito che la decisione dei Giudici nazionali di ridurre il risarcimento assegnato ad una cinquantenne portoghese a titolo di danno non patrimoniale, in seguito ad errore medico, viola l'art. 14 (divieto di discriminazione) in combinato con l'art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) CEDU, perché discriminatoria. La Corte ha rilevato che l'età e il sesso della ricorrente sono apparsi fattori decisivi nella decisione definitiva dei Giudici nazionali di ridurre l'indennizzo, concesso sia per le sofferenze fisiche e mentali patite sia per la necessità di dover ricorrere ad un servizio di assistenza domestica. In particolare, la decisione, a differenza di casi analoghi, riguardanti ricorrenti di sesso maschile, è viziata dall'assunto generale che la sessualità, per una donna di cinquant'anni, madre di due figli, non è così importante come per una persona di età più giovane. (Fonte: ilfamiliarista.it) |