Precisione nel verbale di conciliazione

14 Dicembre 2017

In seguito ad una conciliazione, in occasione della quale era stata riconosciuta al dipendente una somma a titolo di rinuncia per eventuali successive rivendicazioni, il datore può essere chiamato in giudizio?

In seguito ad una conciliazione, in occasione della quale era stata riconosciuta al dipendente una somma a titolo di rinuncia per eventuali successive rivendicazioni, il datore può essere chiamato in giudizio?

In sede di conciliazione, avvenuta nelle sedi espressamente indicate dal legislatore, si constata una prassi la quale, se non accompagnata dalla dovuta attenzione, può comportare un difetto di certezza circa il rapporto giuridico esistente tra le parti. L'indicazione di una certa somma, in aggiunta rispetto a quelle dovute ex lege quali ad esempio il TFR, al fine di ovviare al pericolo di ulteriori rivendicazioni da parte del dipendente, non garantisce a pieno il datore. Sarà necessario, infatti, procedere con una certa accuratezza nella redazione del verbale di conciliazione, indicando in modo specifico il contenuto della rinuncia a fronte della quale è riconosciuta la suddetta somma, precisandone il carattere meramente esemplificativo e non esaustivo. Non sarà sufficiente il generico riferimento al fine perseguito di evitare qualsiasi rischio di controversie successive. Si avrà, in tale ipotesi, una mera quietanza del lavoratore, il che non preclude ulteriori future rivendicazioni. In merito: Cass. n. 20976/2017.

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