I limiti alla possibilità di fare la consulenza grafica sulla copia del testamento

Redazione scientifica
25 Gennaio 2018

Ai fini della validità della CTU è sufficiente che il perito abbia potuto avere diretta visione dell'originale, riscontrando quei dati essenziali ai fini dell'accertamento dell'autenticità della grafia, ben potendo il prosieguo delle operazioni svolgersi su eventuali copie o scansioni.

Il caso. La vicenda trae origine da una domanda volta a far dichiarare la nullità di un testamento per apocrifia che viene accolta in primo grado dal tribunale, con sentenza in parte confermata dal giudice d'appello.

Contro tale decisione viene proposto ricorso per cassazione.

Autenticità del testamento. In questa sede ci soffermeremo sul motivo di ricorso con il quale viene lamentata violazione e falsa applicazione degli artt. 2697 c.c. e 115 c.p.c., in relazione alla nullità dell'espletata CTU perché l'ausiliare non aveva esaminato il testamento in originale.

Consulenza grafica sull'originale… Il Collegio richiama sul punto la sentenza della Cassazione, n. 14755/2016, nella quale si è osservato che, in relazione all'accertamento dell'autenticità del testamento, non è necessario che tutte le operazioni debbano svolgersi sugli originali, essendo sufficiente che l'ausiliare abbia verificato sull'originale i dati che reputi necessari, ben potendo il prosieguo delle operazioni svolgersi su eventuali copie o scansioni.

…solo per il riscontro dei dati essenziali. In conclusione, ai fini della validità della CTU è sufficiente che il perito abbia potuto avere diretta visione dell'originale, riscontrando quei dati essenziali ai fini dell'accertamento dell'autenticità della grafia.

Pertanto, a parere della Corte, la censura è destituita di fondamento perché si fonda sull'erroneo presupposto per cui lo svolgimento delle operazioni grafologiche sull'originale presupponga che il testamento in originale sia a sua volta stato prodotto in originale, non essendo a tal fine sufficiente che il perito d'ufficio abbia potuto compiere le proprie indagini mediante il riscontro diretto dell'originale stesso (come è avvenuto nel caso in esame, dove il consulente aveva esaminato l'originale presso lo studio del notaio che aveva curato la pubblicazione).

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