Osservatorio sulla Cassazione - Aprile 2018
22 Maggio 2018
Liquidazione compensi del professionista in caso di reclamo avverso dichiarazione di fallimento Cass. Civ. – Sez. I – 18 aprile 2018 – n. 9563, ord. In tema di liquidazione dei compensi per l'attività professionale svolta da un avvocato a favore della curatela, l'art. 11, comma 1, D.M. n. 127/2004, prevede, al comma 1, che gli onorari per i procedimenti in camera di consiglio o davanti al giudice tutelare ed in genere per i procedimenti non contenziosi siano liquidati tenendo conto dell'opera occorsa per lo studio degli atti e per la compilazione del ricorso e di qualunque scritto esplicativo dello stesso. La previsione non si applica, tuttavia, ai procedimenti speciali che abbiano natura contenziosa, come si desume dallo stesso art. 11, comma 2, per i quali sono dovuti gli onorari di cui ai paragrafi I, II e IV della tabella A della tariffa.
Bancarotta societaria: applicabile l'aggravante del danno di rilevante gravità Cass. Pen. – Sez. V – 24 aprile 2018, n. 18092, sent. La circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità di cui all'art. 219, comma 1, l.fall. è applicabile, con interpretazione estensiva, anche ai fatti di bancarotta "impropria", considerata l'integralità del richiamo contenuto nell'art. 223 l. fall. alla fattispecie di cui all'art. 216, da intendersi implicitamente riferito anche all'elemento accidentale della circostanza aggravante della rilevanza del danno, introdotto in detta fattispecie dal rinvio operato dall'art. 219, comma 1, l. fall.
La scissione può rilevare penalmente come bancarotta fraudolenta impropria distrattiva Cass. Pen. – Sez. V – 17 aprile 2018, n. 17163, sent. Integra il reato di bancarotta fraudolenta impropria per distrazione, la scissione di società, successivamente dichiarata fallita, mediante conferimento dei beni costituenti l'attivo alla società beneficiaria, qualora tale operazione, astrattamente lecita, sulla base di una valutazione in concreto che tenga conto dell'effettiva situazione debitoria in cui operava l'impresa al momento della scissione, si riveli volutamente depauperativa del patrimonio aziendale e pregiudizievole per i creditori nella prospettiva della procedura concorsuale.
Requisiti di fallibilità e potere di indagine del giudice Cass. Civ. – Sez. I – 18 aprile 2018 – n. 9573, sent. In tema di requisiti di fallibilità, il giudice di merito non è tenuto ad attivarsi d'ufficio per trovare di sua iniziativa riscontri ai profili contabili valutati inattendibili, poiché anche in questo caso opera il principio generale secondo cui il debitore ha l'onere di provare di essere esente da fallimento, mentre il collegio giudicante, pur essendo titolare un potere di indagine officiosa finalizzato ad evitare la pronuncia di fallimenti ingiustificati; ha la mera facoltà discrezionale, ove valuti il materiale probatorio incompleto e individui quello concretamente acquisibile e utile alla definizione del procedimento, di svolgere il proprio ruolo di supplenza nei limiti dei fatti dedotti quali allegazioni difensive, sicché il mancato esercizio dei poteri istruttori ufficiosi da parte del giudice non determina l'illegittimità della sentenza e, ove congruamente motivato, non è sindacabile in cassazione.
L'imprenditore non aggiorna il libro degli inventari: è bancarotta Cass. Pen. – Sez. V – 6 aprile 2018, n. 15463, sent. La mancata corretta tenuta del libro degli inventari integra il reato di bancarotta documentale. Il libro cespiti, pur non dovendo considerarsi un libro la cui tenuta è richiesta espressamente come obbligatoria, rappresenta comunque una serie di informazioni che, sulla scorta del disposto normativo da ultimo citato, non può non essere rappresentato nel suo contenuto nel corrispondente libro degli inventari, la cui tenuta è invece expressis verbis richiesta come obbligatoria, e ciò proprio in considerazione dell'obbligo di tenuta di tutta quella documentazione prevista dal richiamato art. 2214, comma 2, c.c. che attesta l'attività negoziale della impresa anche in relazione ai beni di cui quest'ultima si serve per lo svolgimento della sua attività commerciale.
Espropriazione forzata presso terzi, azione di accertamento dell'obbligo e sopravvenuto fallimento Cass. Civ. – Sez. III – 19 aprile 2018 – n. 9624, sent. In tema di espropriazione forzata di crediti presso terzi si deve escludere che, qualora sopraggiunga nel corso del suo svolgimento ed in una situazione nella quale il processo esecutivo sia pendente sebbene sospeso in ragione della sua pendenza, l'art. 51 l.fall. possa giustificare la sua improcedibilità. Deve, altresì, escludersi che l'improcedibilità del processo esecutivo ai sensi dell'art. 51 costituisca situazione di sopravvenuta carenza del requisito dell'interesse ad agire rispetto allo svolgimento del giudizio.
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