Cumulatività tra rendita permanente e risarcimento del danno: la pronuncia delle Sezioni Unite

La Redazione
24 Maggio 2018

L'importo rendita permanente corrisposta dall'INAIL per l'infortunio in itinere occorso al lavoratore va detratto dall'ammontare del risarcimento dovuto, allo stesso titolo, al danneggiato da parte del terzo responsabile del fatto illecito.

Un dipendente, a seguito di un incidente accaduto mentre si recava sul luogo di lavoro, subiva danni gravi.

A seguito di ciò, il Tribunale di La Spezia disponeva in suo favore l'erogazione di una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno, che si andava a sommare alla rendita di invalidità permanente erogata dall'INAIL.

La Corte d'appello di Genova aveva sostenuto, invece, che da quanto liquidato a titolo di risarcimento del danno doveva essere detratto il valore capitalizzato della rendita INAIL ricevuta per il medesimo evento dannoso.
Il dipendente, per vedersi riconoscere interamente entrambi gli importi, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Terza Sezione della Cassazione ha rimesso la questione alle Sezioni Unite, per chiarire se dall'ammontare del danno risarcibile si debba scomputare la rendita per l'inabilità permanente riconosciuta dall'INAIL a seguito di infortunio accorso dal lavoratore dipendente durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro.

Nel risolvere il contrasto giurisprudenziale, le Sezioni Unite hanno affermato che «l'importo della rendita dell'inabilità permanente corrisposta dall'INAIL per l'infortunio in itinere occorso al lavoratore va detratto dall'ammontare del risarcimento dovuto, allo stesso titolo, al danneggiato da parte del terzo responsabile del fatto illecito».

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