Sanzioni disciplinari annullate e risarcimento del danno
03 Luglio 2018
Il lavoratore, destinatario di sanzioni disciplinari conservative risultate in seguito illegittime ed annullate, può chiedere il risarcimento del danno patito anche se non è possibile provare che i diversi episodi siano uniti dall'intento persecutorio?
La molteplicità delle condotte, e la riconduzione delle stesse sotto un unificante intento persecutorio della parte datoriale, sono aspetti che debbono essere tenuti in considerazione al fine di accertare la riconducibilità del caso concreto alla fattispecie c.d. di mobbing. L'art. 2087 c.c., il quale pone in capo al datore l'obbligo di tutelare la salute psicofisica del lavoratore, non si limita a suddette situazioni, ma deve essere interpretato in modo più ampio, potendosi valutare l'efficacia dannosa anche di singoli episodi addotti dall'interessato, considerando separatamente le condotte datoriali ed il nesso causale esistente tra ciascuna di esse e il pregiudizio lamentato dal dipendente. A favore di ques'ultimo, laddove venga accertato il collegamento eziologico, nulla impedisce il riconoscimento di un diritto al risarcimento del danno patito, con conseguente responsabilità del datore per la parte allo stesso imputabile. In merito: Corte di cassazione sent. 3 marzo 2016, n. 4222 e ord. 20 giugno 2018, n.16256. |