Caduta a causa di una frattura superficiale dell’asfalto: escluso il risarcimento del Comune

Redazione Scientifica
11 Luglio 2018

Qualora la situazione di danno possa essere prevista e superata mediante l'adozione da parte del danneggiato di cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, il comportamento imprudente del danneggiato interrompe in nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso.

IL CASO Una donna conviene in giudizio il Comune di Sciara chiedendo il risarcimento dei danni patiti a seguito della caduta sulla pubblica via a causa di una buca non segnalata. Il Tribunale di Termini Imerese condanna il Comune al risarcimento a favore della danneggiata di un importo pari a €21.592,62. La Corte d'appello, successivamente adita, non ritenendo sussistente alcuna insidia, dal momento che la donna era caduta a causa di una rottura superficiale dell'asfalto, non potendosi definire buca quella che la corte chiama infatti mera “scarificazione dell'asfalto”, rigetta la richiesta della donna accogliendo il ricorso del Comune. La donna ricorre dunque in Cassazione, con un solo motivo.

VIOLAZIONE DELL'ART. 2051 C.C.? La ricorrente denuncia violazione e falsa applicazione dell'art. 2051 c.c., sostenendo che la Corte territoriale aveva violato le regole sulla responsabilità oggettiva del custode e ricorda che il Comune si sarebbe potuto liberare solo dimostrando il caso fortuito.

I PRECEDENTI DI LEGITTIMITÀ La Suprema Corte ritiene il motivo infondato, e ricorda che le recenti ordinanze n. 2480, 2481, 2482 e 2483/2018 hanno stabilito che quando la situazione di danno può essere prevista e superata mediante l'adozione da parte del danneggiato di cautele “normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del comportamento imprudente a causa del medesimo nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa in nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso”.

SAREBBE BASTATO UN COMPORTAMENTO DILIGENTE Nel caso di specie, afferma la Cassazione, il comportamento della donna ha avuto efficacia causale esclusiva nella produzione del sinistro; un suo comportamento diligente, come accertato nel merito dalla corte territoriale, avrebbe evitato il fatto dannoso pertanto è da considerarsi esclusa la sussistenza di un nesso di causalità tra l'anomalia presente sull'asfalto e la caduta della donna.

La Corte rigetta il ricorso e da atto della sussistenza dei presupposti per il versamento dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

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