Contribuente VIP: non si può supporre un reddito elevato
30 Luglio 2018
Non rileva il fatto per cui il destinatario dell'accertamento fiscale sia un “vip” che, dunque, si suppone abbia un notevole reddito: tale deduzione non può essere, di per sé, alla base di un atto delle Entrate. Così si è espressa la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 27 luglio 2018 n. 19957, con la quale i giudici di legittimità hanno accolto il ricorso presentato da un noto esponente del mondo musicale.
Secondo il Fisco, era indubbio che il musicista, «per conquistata fama internazionale», potesse avere un reddito elevato: ciò costituiva un elemento appropriato per la rettifica del suo reddito a fini IRPEF, per l'anno di imposta 1976. Tuttavia, tale motivazione non è parsa abbastanza significativa ai giudici di legittimità: sebbene infatti l'elemento indiziario relativo alla natura dell'attività ed al prestigio internazionale del musicista fosse parso ai Supremi Giudici «sicuramente significativo», esso «andava valutato unitamente ad altri elementi che univocamente potessero far presumere che il contribuente avesse effettivamente, per l'anno di imposta in contestazione, svolto attività ulteriori, rispetto a quelle denunciate, in particolare con la dichiarazione integrativa, per le quali poteva giustificarsi l'attribuzione di un ulteriore reddito non dichiarato». Nel caso in esame, per l'appunto, non erano stati prodotti fatti univoci, espressivi di elementi apprezzabili.
Cassando dunque la sentenza impugnata, la Corte ha rinviato alla CTR competente in diversa composizione. |