In caso di dissequestro il ricorso in Cassazione del Procuratore è qualificato come appello

La Redazione
02 Agosto 2018

In caso di dissequestro preventivo di somme disposto dal GIP, il ricorso in Cassazione del Procuratore della Repubblica si può qualificare come appello (e non come ricorso diretto). Questo quanto affermato dalla Suprema Corte con la sentenza n. 31833/2018.

Nel caso di dissequestro preventivo di somme disposto dal GIP, il ricorso in Cassazione del Procuratore della Repubblica si può qualificare come appello (e non come ricorso diretto). Lo ha specificato la Suprema Corte con la sentenza del 12 luglio 2018 n. 31833, con la quale i Supremi Giudici hanno accolto il ricorso presentato da un Procuratore della Repubblica.

Va preliminarmente ricordato che il ricorso diretto per Cassazione è ammesso nei soli confronti del provvedimento di sequestro, e non anche nel caso di un dissequestro. La vicenda finita davanti ai giudici di piazza Cavour riguardava il dissequestro di una somma di denaro con restituzione alla curatela disposto dal giudice delle indagini preliminari, in merito al reato di omesso versamento delle ritenute commesso da una società.

Contro tale provvedimento, ricorreva il Procuratore della Repubblica. I giudici della Terza Sezione Penale della Cassazione hanno affermato il principio di diritto secondo cui «Deve qualificarsi appello ex art. 322-bis c.p.p. il ricorso della Procura della Repubblica avverso il provvedimento del giudice per le indagini preliminari che ha dissequestrato una somma oggetto di sequestro preventivo, in quanto il ricorso diretto per Cassazione è ammesso solo nei confronti del provvedimento di sequestro del giudice ex art. 325 comma 2, c.p.p. e non anche avverso un provvedimento di dissequestro».

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