Scadenza imminente dell’azione accertativa: termine dilatorio da rispettare

La Redazione
23 Agosto 2018

Con l'ordinanza n. 19789/2018, la Corte di Cassazione ha chiarito che il termine dilatorio deve essere rispettato anche se è imminente la scadenza dell'azione accertativa.

La scadenza del termine dell'azione accertativa da parte del Fisco non può essere invocato come ragione di urgenza, tale da consentire l'inosservanza del termine dilatorio previsto dalla legge. Lo conferma la Corte di Cassazione con l'ordinanza depositata il 25 luglio 2018 n. 19789, con la quale i giudici di legittimità hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.

La Sesta Sezione Civile della Cassazione ha dovuto valutare la legittimità dell'azione del Fisco nei confronti di un contribuente, il quale evidenziava che non era stata rispettata la scadenza del termine dilatorio di 60 giorni dalla chiusura delle operazioni di verifica e consegna del p.v.c.

La CTR aveva già respinto il ricorso del Fisco, osservando come l'imminente scadenza del termine decadenziale di emissione dell'avviso di accertamento non potesse configurare un valido motivo di deroga del termine dilatorio. Così si è anche espressa la Suprema Corte, dichiarando che «In materia di garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali, le ragioni di urgenza che, ove sussistenti e provate dall'Amministrazione finanziaria, consentono l'inosservanza del termine dilatorio di cui alla Legge n. 212/2000, devono consistere in elementi di fatto che esulano dalla sfera dell'ente impositore e fuoriescono dalla sua diretta responsabilità, sicché non possono in alcun modo essere individuate nell'imminente scadenza del termine decadenziale dell'azione accertativa».

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.