Premio di risultato: mancata determinazione degli obiettivi e danno da perdita di chance

Sabrina Apa
03 Settembre 2018

È qui condiviso l'insegnamento di legittimità che la clausola contrattuale che prevede l'erogazione di un “bonus” in ragione del raggiungimento di obiettivi non stabiliti è inefficace e non integrabile dal giudice, perché indeterminata nell'oggetto...

È qui condiviso l'insegnamento di legittimità che la clausola contrattuale che prevede l'erogazione di un “bonus” in ragione del raggiungimento di obiettivi non stabiliti è inefficace e non integrabile dal giudice, perché indeterminata nell'oggetto.

In modo del tutto analogo, la S.C. ha ripetutamente statuito che nel pubblico impiego la mancata assegnazione degli obiettivi dai quali dipende il premio di risultato dei dirigenti pubblici esclude che essi possano rivendicarlo in base al contratto, formulando princìpi analoghi anche nell'impiego privato ed escludendo altresì che in tali materie possa supplirsi alla mancata determinazione degli obiettivi ai sensi dell'art. 2099, c.c.

Ne segue che la tutela del lavoratore in tali casi non può consistere che in una tutela risarcitoria del danno derivante dall'inadempimento datoriale all'obbligo di determinare gli obiettivi, che a sua volta, oltre a dover essere proposta come tale, dovrebbe essere accompagnata (trattandosi di danno da perdita di “chance”) dell'indicazione e prova di elementi atti a far presumere che gli obiettivi, ove assegnati, sarebbero stati conseguiti e a determinarne, sia pure per via equitativa, la consistenza.

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