Equo compenso per gli avvocati: la Cassazione mette un freno alla liquidazione sotto i minimi
05 Settembre 2018
Liquidazione del compenso.Così il Presidente del CNF, Andrea Mascherin, ha commentato l'ordinanza n. 21487/18 della Corte di legittimità secondo la quale, fermo restando che «il d.m. n. 140/2012 risulta essere stato emanato allo scopo di favorire la liberalizzazione della concorrenza e del mercato, adempiendo alle indicazione UE, a tal fine rimuovendo i limiti massimi e minimi così da lasciare le parti contraenti (nella specie, l'avvocato e il suo assistito) libere di pattuire il compenso per l'incarico professionale, […] il giudice resta tenuto ad effettuare la liquidazione giudiziale nel rispetto dei parametri previsti dal d.m. n. 55/2014, il quale non prevale sul d.m. n. 140 per ragioni di mera successione temporale, bensì nel rispetto del principio di specialità». Il d.m. n. 140/2012 ha infatti natura generalista, essendo finalizzato a regolare la materia dei compensi tra professionista e cliente, mentre il d.m. n. 55/2014 detta i criteri per la liquidazione delle spese di causa.
Nuovi parametri forensi.Sul tema dei parametri forensi, il legislatore è intervenuto con il decreto ministeriale n. 37/2018 che, su sollecitazione del CNF ed alla luce degli arresti giurisprudenziali citati, risulta interpretare «correttamente la normativa già vigente».
*Fonte: www.dirittoegiustizia.it |