Presunto demansionamento e onere della prova
10 Settembre 2018
Il datore, chiamato in giudizio per il risarcimento del danno da demansionamento che il lavoratore sostiene di aver subito, è tenuto a motivare e provare la propria scelta?
In forza dell'art. 2103, c.c., il datore è titolare dei poteri di organizzazione aziendale, e dunque anche di determinazione delle modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, sebbene il legislatore abbia provveduto a specificarne anche i limiti e le condizioni di esercizio.
Qualora il lavoratore asserisca di avere patito un danno a causa dell'assegnazione a mansioni inferiori, sostenendo quindi l'inadempimento datoriale in relazione alla disciplina fissata nell'articolo prefato, graverà sul datore l'onere di fornire la prova dell'esatto adempimento.
Dovrà quindi dimostrare la mancanza in concreto di un demansionamento o provare che tale assegnazione sia avvenuta nel legittimo esercizio dei propri poteri imprenditoriali o disciplinari, ovvero che ciò sia stato causalmente determinato da un'impossibilità a lui non imputabile, ex art. 1218, c.c. In merito: Cass., sez. lav., 3 luglio 2018, n. 17365. |