Valido l’accertamento al padre del socio di maggioranza ed amministratore

La Redazione
20 Settembre 2018

L'accertamento sui conti intestati al padre del socio di maggioranza ed amministratore di una S.r.l. è legittimo. È quanto ricordato dalla Suprema Corte con l'ordinanza del 12 settembre 2018 n. 22224. Essa, i giudici hanno accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una S.r.l.

L'accertamento sui conti intestati al padre del socio di maggioranza ed amministratore di una S.r.l. è legittimo.

È quanto ricordato dalla Suprema Corte con l'ordinanza del 12 settembre 2018 n. 22224. Essa, i giudici hanno accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una S.r.l.

Si legge infatti nella sentenza depositata dalla Sesta Sezione Civile della Corte di Cassazione: «In tema di accertamenti fiscali, tanto in tema di imposte sui redditi, ai sensi dell'art. 32, comma 1, n. 2, del d.P.R. n. 600/1973, quanto in materia di IVA, ex art. 51, comma 2, n. 2, del d.P.R. n. 633/1972, le rispettive presunzioni ivi stabilite secondo cui le movimentazioni sui conti bancari dai dati acquisiti dall'Ufficio si presumono congruenza di operazioni imponibili, operano anche in relazione alle società di capitali con riferimento alle somme di denaro movimentate sui conti intestati ai soci o ai loro congiunti, conti che debbono ritenersi riferibili alla società contribuente stessa, in presenza di alcuni elementi sintomatici, come la ristretta compagine sociale ed il rapporto di stretta contiguità familiare tra l'amministratore, o i soci, ed i congiunti intestatari dei conti bancari soggetti a verifica, risultando, in tal caso, particolarmente elevata la probabilità che le movimentazioni sui conti bancari dei soci e dei loro familiari debbano, in difetto di specifiche ed analitiche dimostrazioni di segno contrario, ascriversi allo stesso ente sottoposto a verifica».

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