Regime forfettario ampliato con flat tax al 15%: possibili effetti distorsivi
25 Settembre 2018
Il Comunicato stampa CNDCEC del 24 settembre analizza i possibili effetti dell'ampliamento dell'ambito di applicazione del regime forfettario con flat tax al 15%: dalla parole del Presidente, Massimo Miani, la preoccupazione sui possibili effetti distorsivi. Sono circa 593.000 le partite IVA individuali con fatturato fino a 65.000 euro che possono rientrare nell'ampliamento del perimetro di applicazione del regime forfettario con flat tax al 15%, rispetto alle attuali soglie di fatturato che oscillano tra i 50.000 euro (attività di commercio all'ingrosso e al dettaglio e attività di alloggio e ristorazione) e i 30.000 euro per i liberi professionisti. Non tutti potranno però in concreto avvalersene, restando escluse quelle partite IVA individuali che risultano anche socie di società e associazioni professionali e/o utilizzano beni strumentali per un valore superiore a 20.000 euro e/o sostengono spese per dipendenti e collaboratori in misura superiore a 5.000 euro annui.
“La flat tax come modello di tassazione sganciato dal regime forfettario andrebbe benissimo e sarebbe un vero aiuto alle partite IVA – osserva Massimo Miani, presidente CNDCEC –, ma un sistema che si limita ad ampliare la soglia di fatturato del regime dei minimi è invece altamente distorsivo, perché crea il paradosso di premiare, anche a parità di fatturato, le partite IVA che non si aggregano, che non investono e che non assumono, penalizzando invece quelle che fanno anche una soltanto di queste tre cose importantissime affinché le attività crescano e con esse l'economia. Per questo, la scorsa settimana, in occasione dell'audizione avanti la Commissione Finanze del Senato, abbiamo detto con chiarezza che, senza correttivi, l'operazione che il governo vuole mettere in campo rischia di determinare degli effetti distorsivi estremamente dannosi, pur partendo dalle migliori intenzioni”. |