Consob segnala avvio dei ristori su Banche venete e in risoluzione

04 Dicembre 2018

Con l'entrata in vigore del cosiddetto decreto “Milleproroghe”, il 22 settembre 2018, è possibile ottenere un ristoro pari al 30% dell'importo riconosciuto dall'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), con un tetto di 100.000 euro (art. 11, comma 1-bis, d.l. 91/2018, convertito con la l. n. 108/2018).

Con l'entrata in vigore del cosiddetto decreto “Milleproroghe”, il 22 settembre 2018, è possibile ottenere un ristoro pari al 30% dell'importo riconosciuto dall'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), con un tetto di 100.000 euro (art. 11, comma 1-bis, d.l. 91/2018, convertito con la l. n. 108/2018).

Il decreto “Milleproroghe” consente il ristoro a chi ha investito in azioni e obbligazioni subordinate/convertibili emessi dalle banche poste in risoluzione a fine 2015 (Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti) e in liquidazione coatta amministrativa nel giugno 2017 (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca)

Il ristoro è previsto anche nei casi in cui i titoli siano stati negoziati per il tramite di Banca Nuova e Banca Apulia, all'epoca dei fatti controllate dalle 2 banche venete. Potranno richiedere il ristoro coloro i quali hanno già presentato un ricorso all'Acf e hanno già ottenuto, entro il 30 novembre 2018, una decisione in tutto o in parte a loro favorevole.

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