Translatio iudicii e opposizione agli atti esecutivi

05 Dicembre 2018

La questione affrontata dalla pronuncia in commento è relativa alla proponibilità del ricorso straordinario in Cassazione contro l'ordinanza del giudice dell'esecuzione che ha dichiarato la propria incompetenza per territorio e l'incompatibilità della translatio iudicii con le peculiarità del processo esecutivo.
Massima

La sentenza con cui il giudice dell'opposizione agli atti esecutivi, oltre a confermare l'ordinanza del giudice dell'esecuzione dichiarativa della propria incompetenza per territorio, espressamente neghi l'applicabilità al processo esecutivo dell'istituto della translatio iudicii di cui all'art. 50 c.p.c., non deve essere impugnata con regolamento necessario di competenza ex art. 42 c.p.c., in quanto non è una sentenza che statuisca solo sulla competenza. Essa quindi può essere impugnata con regolamento facoltativo di competenza o con ricorso ordinario per cassazione. Il principio della translatio iudicii deve ritenersi un principio generale dell'ordinamento sicché quando il giudice dell'esecuzione neghi la propria competenza per territorio, è sempre possibile la riassunzione del processo esecutivo dinanzi al giudice competente, non esistendo ragioni per le quali l'incompetenza debba ridondare sull'atto di inizio dell'esecuzione e il processo esecutivo potrà riassumersi presso il giudice indicato come competente, nulla ostando ad un'applicazione del meccanismo della translatio ex art. 50 c.p.c..

Il caso

Il creditore di una somma di denaro pignora nelle forme del pignoramento presso terzi la pensione dovuta al proprio debitore dall'INPS. Cita il terzo pignorato a rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c. davanti al tribunale di Vallo della Lucania da lui ritenuto territorialmente competente rispetto alla sede dell'agenzia INPS terzo pignorato. Il giudice dell'esecuzione presso il tribunale in questione dichiara la propria incompetenza per territorio in favore di quella del tribunale di Salerno, contestualmente dichiarando estinta la procedura esecutiva e ordinando lo svincolo dell'importo pignorato. Il creditore propone opposizione contro tale ordinanza ex art. 617 c.p.c. ma il tribunale di Vallo della Lucania rigetta l'opposizione, tra gli altri motivi affermando che correttamente il giudice dell'esecuzione non aveva fissato il termine per la riassunzione del giudizio dal momento che l'istituto della translatio iudicii di cui all'art. 50 c.p.c. non sarebbe compatibile con le peculiarità del processo esecutivo.

La questione

Le questioni giuridiche riassunte in massima sono sostanzialmente due. La prima è relativa alla proponibilità del ricorso straordinario in Cassazione contro l'ordinanza del giudice dell'esecuzione che ha dichiarato la propria incompetenza per territorio; la Corte conclude nel senso che poiché l'ordinanza del giudice dell'esecuzione impugnata ha pronunciato non soltanto su questioni di competenza ma ha anche chiuso il procedimento esecutivo ordinando lo svincolo della somma pignorata, il provvedimento impugnato non è un provvedimento sulla sola competenza. Esso ha infatti statuito oltre che sulla competenza su questioni ulteriori e diverse tra cui l'asserito divieto di riassunzione del processo esecutivo ex art. 50 c.p.c..

A fronte di quest'ultima questione il tribunale ha affermato che l'istituto della translatio iudicii non sarebbe compatibile con le peculiarità del processo esecutivo.

Le soluzioni giuridiche

Quanto al principio di cui alla prima massima la Corte afferma, in linea generale, che:

a) i provvedimenti del giudice dell'esecuzione che affermino o neghino la propria competenza possono essere censurati solo con l'opposizione agli atti esecutivi; ciò atteso che l'errore sulla competenza può essere considerato come rientrante nel concetto di "irregolarità" di cui all'art. 617 c.p.c. (cfr. Cass. civ.,sez. III, n. 17444/2004; Cass. civ.,sez.VI - 3, n. 17462/2010; Cass. civ.,sez.VI - 3, n. 16292/2011; Cass. civ.,sez.VI - 3, n. 16292/2011), con conseguente dichiarazione di inammissibilità del ricorso per regolamento necessario ex art. 42 c.p.c., dovendo ulteriormente precisarsi che, ove, tuttavia, il regolamento di competenza sia stato (inammissibilmente) comunque proposto, si determina la sospensione del decorso del termine per proporre opposizione agli atti esecutivi, fino alla data di comunicazione del deposito dell'ordinanza di decisione del regolamento di competenza (in questo senso Cass. civ., n. 21185/2017);

b) i provvedimenti del giudice adito ex art. 617 c.p.c. che statuiscono solo sulla esistenza o inesistenza della competenza del giudice dell'esecuzione, devono essere impugnati con regolamento necessario di competenza (in questo senso da ultimo Cass. civ., n. 8172/2018).

Poiché l'ordinanza in questa sede impugnata aveva deciso sia sulla competenza che sul procedimento esecutivo pendente, chiudendolo e svincolando le somme, non si trattava di una sentenza solo sulla competenza e, pertanto, essa non doveva necessariamente essere impugnata con regolamento necessario, potendo viceversa essere impugnata con ricorso straordinario in Cassazione, come in effetti il ricorrente aveva fatto.

Risolta la questione preliminare dell'ammissibilità del ricorso, la Corte conclude prendendo posizione sull'affermazione erroneamente contenuta nell'ordinanza impugnata e relativa all'inammissibilità della translatio iudicii nel processo esecutivo. Essa afferma, infatti, che il principio della translatio iudicii è un principio generale, non solo alla luce di quanto affermato da Corte cost., n. 77/2007 universalmente nota, ma anche alla luce di quanto recentemente sostenuto da Corte cost., n. 114/2018 (secondo la quale laddove la censura della parte assoggettata a riscossione esattoriale non radichi una controversia devoluta alla giurisdizione del giudice tributario e quindi sussista la giurisdizione del giudice ordinario, l'impossibilità di far valere innanzi al giudice dell'esecuzione l'illegittimità della riscossione mediante opposizione all'esecuzione, essendo ammessa soltanto l'opposizione con cui il contribuente contesti la mera regolarità formale del titolo esecutivo o degli atti della procedura e non anche quella con cui egli contesti il diritto di procedere alla riscossione, confligge frontalmente con il diritto alla tutela giurisdizionale riconosciuto in generale dall'art. 24 Cost. e nei confronti della pubblica amministrazione dall'art. 113 Cost., dovendo essere assicurata in ogni caso una risposta di giustizia a chi si oppone alla riscossione coattiva. Tale sentenza ha, come è noto, dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 57, comma 1, lett. a), del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), come sostituito dall'art. 16 del d.lgs. 26 febbraio 1999, n. 46 (Riordino della disciplina della riscossione mediante ruolo, a norma dell'articolo 1 della l. 28 settembre 1998, n. 337), nella parte in cui non prevede che, nelle controversie che riguardano gli atti dell'esecuzione forzata tributaria successivi alla notifica della cartella di pagamento o all'avviso di cui all'art. 50 del d.P.R. n. 602/1973, sono ammesse le opposizioni regolate dall'art. 615 c.p.c.).

Sicché, dice la Corte, quando il giudice dell'esecuzione nega la propria competenza per territorio è sempre possibile la riassunzione del processo esecutivo davanti al giudice competente, non essendovi ragioni per cui l'incompetenza debba poi ridondare sull'atto di inizio dell'esecuzione e, quindi, nel caso di espropriazione presso terzi, sul pignoramento che resta salvo; il processo esecutivo a tale stregua si può riassumere presso il giudice indicato come competente, non essendovi ragioni ostative per l'applicazione del meccanismo della translatio. In termini, oltre alla già ricordata Cass. civ., n. 2018/8172, la Corte rinvia ad altro proprio precedente secondo cui avverso il provvedimento col quale il giudice dell'esecuzione neghi la propria competenza per territorio non è proponibile il regolamento di competenza, ma solo l'opposizione agli atti esecutivi, salva la facoltà della parte di chiedere la revoca al giudice che l'ha pronunciato. Ove, tuttavia, il regolamento di competenza sia stato (inammissibilmente) comunque proposto si determina la sospensione del decorso del termine per proporre opposizione agli atti esecutivi, fino alla data di comunicazione del deposito dell'ordinanza di decisione del regolamento di competenza (Cass. civ., n. 2010/17462).

Osservazioni

Con riferimento all'eventuale pronuncia di incompetenza in sede di opposizione esecutive, esistono regole ben precise per la determinazione del giudice competente; il giudice adito ben può ritenersi infatti incompetente per la proposta opposizione e declinare la propria competenza indicando il giudice ritenuto competente ed assegnando alle parti un termine perentorio per la riassunzione della causa dinanzi ad esso. Questa pronuncia può essere astrattamente inquadrata in modi diversi che ne comportano una diversa efficacia. Se essa ha natura e portata decisoria può e deve essere impugnata con regolamento necessario di competenza ed ha effetti certamente traslativi; diversamente opinando bisognerebbe ritenere che essa abbia una mera portata ordinatoria e non consenta la translatio. La giurisprudenza nel tempo ha sposato entrambi gli indirizzi diversificandoli anche al loro interno e, in particolare essa ha differenziato a seconda che il provvedimento sulla competenza sia stato emesso a seguito di specifica contestazione della competenza ad opera delle parti oppure a seguito di rilievo d'ufficio. In realtà si è da un certo momento in poi correttamente affermato che l'ordinanza con cui il giudice dell'esecuzione in sede di opposizione esecutiva dispone che il giudizio debba proseguire davanti a sé o rimette le parti davanti al giudice ritenuto competente, ha sempre natura decisoria perché suppone l'esercizio di una potestas decidendi sulla competenza; con la conseguenza che il giudice al quale la causa viene rimessa se non condivide la precedente decisione non può declinare la propria competenza ma piuttosto richiedere d'ufficio il regolamento ex art. 45 c.p.c. e, per altro verso, che l'ordinanza può essere impugnata dalle parti con istanza di regolamento di competenza (Cass. civ., 22 febbraio 1995 n. 1961). Pur se per un certo periodo la Cassazione ha sposato il secondo orientamento (Cass. civ., Sez. Un., 21 luglio 1998, n. 7128), questa giurisprudenza ha ormai un valore essenzialmente storico attesa la modifica delle disposizioni relative alle opposizioni esecutive e, in particolare dell'art. 616 c.p.c.

Ricordo come già in altra sede (si rinvia a C. Asprella, La translatio iudicii, Milano, 2010, 123 e ss.) mi ero domandata che sorte abbia il processo esecutivo iniziato dinanzi a giudice incompetente che abbia, con ordinanza, dichiarato la propria incompetenza e indicato il giudice ritenuto competente per il processo e tale ordinanza non venga impugnata con opposizione agli atti esecutivi. In quella sede già si diceva che in questa ipotesi deve essere consentita la translatio iudicii dinanzi al giudice indicato come competente dal giudice a quo atteso che gli artt. 44 ss. c.p.c. e in particolare l'art. 50 c.p.c. sono norme di applicazione e portata generale, inserite per questo motivo all'interno delle disposizioni generali del c.p.c.. Se un profilo critico si può sollevare rispetto alla pronuncia della Corte in commento è il richiamo, non già alla portata generale del principio, certamente tale, ma rispetto al richiamo di Corte cost., n. 77/2007, non necessario atteso che l'inserimento dell'art. 50 c.p.c. nelle disposizioni generali induceva a ritenere che salvi i casi conclamati di incompatibilità, tale disposizione doveva trovare applicazione anche nell'esecuzione forzata (per tutti Calvosa, Struttura del pignoramento e del processo esecutivo, Milano, 1953, 300 e ss.; in senso contrario Verde, Appunti sul nuovo regime dell'incompetenza, in Doc. Giust., 1994, 713 e ss.). Per ulteriori riferimenti, anche giurisprudenziali, sulla questione si rinvia a C. Asprella, op. cit., 123 e ss..

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.