Osservatorio sulla Cassazione – Novembre 2018

La Redazione
11 Dicembre 2018

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Novembre.

Estensione del fallimento all'accomandante il cui nome sia nella ragione sociale della s.a.s.

Cass. Civ. – Sez. I – 29 novembre 2018, n. 30882, ord.

Ai fini dell'estensione della responsabilità illimitata del socio accomandante di società in accomandita semplice che consenta a che il suo nome sia compreso nella ragione sociale, ai sensi dell'art. 2314, comma 2, c.c., rileva il solo contenuto oggettivo della ragione stessa, dal quale risulti che l'accomandante sia presentato alla stesa stregua di un socio accomandatario, in modo da ingenerare oggettiva confusione sul ruolo da lui svolto nella società.

Accertamento della manipolazione del mercato con un giudizio di prognosi postuma

Cass. Pen.- Sez. V – 28 novembre 2018, n. 53437, sent.

L'accertamento della manipolazione del mercato, ex art. 185 TUF, che è reato di mera condotta e di pericolo concreto, richiede un giudizio di prognosi postuma, cioè un giudizio in concreto ed ex ante che valorizzi tutti i dati fattuali esistenti al momento della condotta in funzione della verifica della connotazione decettiva del fatto comunicativo e della sua idoneità a produrre effetti distorsivi sul patrimonio conoscitivo dell'investitore. L'accertamento della capacità distorsiva delle informazioni oggetto della condotta diffusiva mira, dunque, ad individuarne l'idoneità a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, indipendentemente dal fatto che tale variazione si sia concretamente realizzata.

Trasformazione da s.r.l. a società semplice: la plusvalenza è tassabile

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 22 novembre 2018, n. 30228, ord.

La trasformazione di una società commerciale in società semplice (cd. "de-commercializzazione" di un ente societario), ai fini delle imposte dirette e dell'IVA, è equiparabile ad un trasferimento a titolo oneroso, in quanto la trasformazione comporta l'assunzione di una forma giuridica diversa, non compatibile con l'esercizio di un'impresa commerciale e, quindi, con il conseguimento di redditi d'impresa, nel senso che il patrimonio sociale viene trasferito da un soggetto che per legge può conseguire solo redditi d'impresa ad un soggetto che, invece, sempre per legge, non può essere titolare di tali redditi. Tale operazione genera una plusvalenza tassabile, atteso che la trasformazione societaria realizza la destinazione dei beni "plusvalenti" a finalità estranee all'impresa.

La responsabilità solidale (e oggettiva) dell'intermediario per l'illecito del promotore

Cass. Civ. – Sez. III – 22 novembre 2018, n. 30161, ord.

La responsabilità solidale tra l'intermediario e il promotore finanziario, per i danni causati da quest'ultimo a terzi, ex art. 31, comma 3, TUF, si configura, avuto riguardo alla posizione dell'intermediario, come responsabilità oggettiva, funzionalmente volta alla tutela dei terzi e del mercato: indipendentemente dalla sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato e dal carattere di continuità dell'incarico affidato all'agente, ai fini della sussistenza di tale responsabilità dell'intermediario è sufficiente che l'attività illecita del promotore sia stata agevolata o resa possibile dall'intervento di quest'ultimo nell'attività di impresa.

Investimenti: la necessaria sottoscrizione del contratto quadro da parte del cliente e il suo disconoscimento della firma

Cass. Civ. – Sez. I – 21 novembre 2018, n. 30104, ord.

La mancanza di sottoscrizione del contratto quadro di investimento redatto in forma scritta ne determina la nullità, ex art. 23 TUB. In tal senso, assume rilevanza il disconoscimento della sottoscrizione apposta dal cliente, mentre non rileva la mancata sottoscrizione della banca, atteso che il requisito della forma scritta va inteso in senso funzionale e non strutturale.

L'ordine di acquisto esaurisce gli obblighi informativi dell'intermediario

Cass. Civ. – Sez. VI-1 – 20 novembre 2018, n. 30001, ord.

In materia di intermediazione in valori mobiliari, il conferimento di un mero ordine di acquisito di titoli non obbliga la banca a fornire al cliente informazioni successive alla concreta erogazione del servizio: gli obblighi informativi gravanti sull'intermediario sono finalizzati a consentire all'investitore di operare investimenti pienamente consapevoli e, al di fuori dei casi in cui siano conclusi contratti di gestione e di consulenza, si esauriscono con l'investimento.

Il credito chirografario della banca diventa fittiziamente privilegiato: bancarotta preferenziale

Cass. Pen. – Sez. I – 19 novembre 2018, n. 51861, sent.

In tema di bancarotta preferenziale, integra gli estremi della simulazione di prelazione, ex art. 216, comma 3, parte 2, l.fall., la condotta di un'impresa in stato di decozione che consegua da una banca creditrice mutui fondiari garantiti da ipoteca immobiliare, utilizzati per il ripianamento dei saldi negativi dei conti correnti intrattenuti con la stessa banca, così trasformandosi il credito vantato da quest'ultima verso l'impresa da chirografario in privilegiato e, quindi, costituendosi un titolo di prelazione in danno di ogni altro creditore.

Intermediari: la negoziazione individuale di prodotti finanziari è senza prospetto informativo

Cass. Civ. – Sez. VI – 19 novembre 2018, n. 29736, ord.

In tema di intermediazione finanziaria, la pubblicazione del "prospetto informativo" è prevista nelle ipotesi di sollecitazione all'investimento, caratterizzate per essere l'offerta comunque rivolta, secondo lo schema dell'art. 1336 c.c., ad un numero indeterminato ed indistinto di investitori in modo uniforme e standardizzato. Quando, invece, la diffusione di strumenti finanziari presso il pubblico avvenga mediante la prestazione di "servizi di investimento" (art. 1, comma 5 TUF), cioè attività di negoziazione, ricezione e trasmissione di ordini, a condizioni diverse a seconda dell'acquirente e del momento in cui l'operazione è eseguita, la tutela del cliente è affidata all'adempimento, da parte dell'intermediario, di obblighi informativi specifici e personalizzati, ai sensi dell'art. 21 TUF e artt. 26 ss. del reg. Consob n. 11522/1998, anche nel caso in cui la negoziazione individuale avvenga nel periodo del cd. "grey market", cioè prima che i titoli siano emessi ufficialmente.

Legittimo il sequestro a cascata di quote societarie se c'è un nesso di strumentalità

Cass. Pen. – Sez. IV – 12 novembre 2018, n. 51345, sent.

È legittimo il sequestro preventivo delle quote di una società appartenenti a persona estranea al reato, qualora sussista un nesso di strumentalità tra detti beni ed il reato contestato ed il vincolo cautelare sia destinato ad impedire, sia pure in modo mediato e indiretto, la protrazione dell'ipotizzata attività criminosa, ovvero la commissione di altri fatti penalmente rilevanti, attraverso l'utilizzo delle strutture societarie Quando si procede per reati tributati commessi dal legale rappresentante di una persona giuridica, è legittimo il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, dei beni dell'imputato sul presupposto dell'impossibilità di reperire il profitto dei reato nel caso in cui dallo stesso soggetto non sia stata fornita la prova della concreta esistenza di beni nella disponibilità della persona giuridica su cui disporre la confisca diretta.

L'amministratore socio si restituisce i finanziamenti: è bancarotta per distrazione

Cass. Pen. – Sez. V – 7 novembre 2018, n. 50495, sent.

In tema di reati societari, qualora il socio creditore si identifichi con l'amministratore della società, la condotta di quest'ultimo, volta alla restituzione, in periodo di dissesto, di finanziamenti precedentemente concessi, integra il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione e non quello di bancarotta preferenziale, poiché la restituzione assume un significato diverso e più grave, in un simile contesto, rispetto alla mera volontà di privilegiare un creditore in posizione paritaria rispetto a tutti gli altri creditori.

Compensi all'amministratore per attività estranee al rapporto di amministrazione

Cass. Civ. – Sez. I – 5 novembre 2018, n. 28148, sent.

L'amministratore societario, a cui sia stato demandato lo svolgimento di attività estranee al rapporto di amministrazione, ha diritto ad una speciale e distinta remunerazione, ex art. 2389 c.c., sempre che tali prestazioni siano effettuate in ragione di particolari cariche che allo stesso siano state conferite e che esulino dal normale rapporto di amministrazione, ossia dal potere di gestione della società, il cui limite deve individuarsi nell'oggetto sociale; rientrano tra le prestazioni tipiche dell'amministratore tutte quelle che siano inerenti all'esercizio dell'impresa.

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