Fondo patrimoniale del taxista: legittima l’ipoteca sui beni se le cartelle riguardano violazioni del CdS

È legittima l'ipoteca del Fisco sui beni del fondo patrimoniale del taxista se le cartelle di pagamento riguardano violazioni del codice della strada.

Lo ha specificato la Corte di Cassazione con la sentenza del 6 dicembre 2018 n. 31590.

Premettendo che grava sul debitore che intenda avvalersi del regime di impignorabilità dei beni costituiti in fondo patrimoniale l'onere di provare l'estraneità del debito contratto rispetto alle esigenze familiari, i

giudici di legittimità hanno evidenziato come a quel punto «spetti al giudice di merito accertare se il debito sia contratto per soddisfare i bisogni della famiglia: se è vero che tale finalità non si può dire sussistente per il solo fatto che il debito sia sorto nell'esercizio dell'impresa, è altresì vero che tale circostanza non è nemmeno idonea ad escludere, in via di principio, che il debito si possa dire contratto, appunto, per soddisfare tali bisogni». Nel caso in esame, l'esercizio dell'attività di taxista si collegava direttamente alle sanzioni; e, d'altra parte, l'attività lavorativa dell'uomo era naturalmente destinata al soddisfacimento delle esigenze di vita della famiglia.

La sentenza impugnata, favorevole alla tesi del Fisco, non andava cassata proprio perché si trattava di importi dovuti a titolo di tributi e di sanzioni per violazione al codice della strada, che secondo l'accertamento operato dal giudice di merito riguardano rapporti obbligatori comunque inerenti alle esigenze familiari. Il ricorso del contribuente è stato dunque respinto.