Chiarimenti del Mise sull’obbligo della PEC per la cancellazione dal registro delle imprese
23 Gennaio 2019
Il Ministero dello Sviluppo Economico, con Circolare n. 3712/C del 17 gennaio scorso, fornisce alcuni chiarimenti in merito all'istanza di cancellazione dal registro delle imprese da parte di società e imprese individuali che non hanno comunicato il proprio indirizzo di posta elettronica certificata. In proposito, l'art. 5, comma 2, D.L. n. 179/2012 dispone che le imprese individuali sono sempre tenute a comunicare il proprio indirizzo PEC e che, in difetto, il registro delle imprese deve sospendere le domande di iscrizione ricevute da imprese fino ad integrazione ella domanda con indirizzo PEC. Parimenti, ai sensi dell'art. 16, comma 6-bis D.L. n. 5/2012, anche le imprese costituite in forma societaria hanno l'obbligo di comunicare la PEC e le domande di iscrizione al registro delle imprese sono sospese, per tre mesi, in attesa di adempimento dell'obbligo. Il MISE, con precedente Circolare MISE n. 3664/C del 2013 aveva affermato che la sanzione di cui sopra della sospensione temporanea della richiesta di iscrizione nel registro delle imprese non è applicabile nel caso di presentazione di istanza di cancellazione dell'impresa individuale. La Camera di Commercio di Bari che, con nota n. 68418 del 2018 ha chiesto se tale ultima interpretazione possa ritenersi ancora applicabile, in virtù di successive pronunce della Cassazione in cui si è ribadito come l'obbligo di dotarsi di PEC sia vigente in ogni fase della vita dell'impresa, “finanche per i dodici mesi successivi all'eventuale cancellazione di esso” (Cass. n. 30532/2018; Cass. n. 16365/2018). Ebbene, il MISE ritiene di dover confermare il proprio precedente indirizzo e cioè che, in via teleologica, si procede in ogni caso all'iscrizione della istanza di cancellazione presentata da un'impresa individuale – e da una società – anche nel caso in cui l'impresa in questione non abbia comunicato l'indirizzo pec. In caso contrario, si avrebbe come conseguenza che il registro delle imprese continuerebbe a certificare come attive anche imprese che non lo sono più. |