Osservatorio sulla Cassazione – Febbraio 2019

La Redazione
11 Marzo 2019

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Febbraio.

Nell'azione di nullità del brevetto l'inventore è litisconsorte necessario solo se ne è stato titolare originale

Cass. Civ. – Sez. I – 28 febbraio 2019, n. 5963, ord.

Nell'azione volta a far valere la nullità di un brevetto, deve essere escluso dal novero dei litisconsorti necessari, ai sensi dell'art. 122, comma 4, c.p.i., l'inventore che non sia stato mai titolare del brevetto, per avere ceduto il diritto a registrarlo. La figura dell'inventore assume rilievo, ai fini delle vicende processuali del brevetto, quale litisconsorte necessario solo ove lo stesso sia diventato - nell'esercizio delle sue facoltà, titolare originario del "diritto sul brevetto", acquisendo così i diritti patrimoniali conseguenti alla brevettazione.

Responsabili anche gli amministratori privi di deleghe

Cass. Civ. – Sez. II – 26 febbraio 2019, n. 5606, sent.

Gli amministratori privi di deleghe sono tenuti ad agire in modo informato e, in ragione dei requisiti di professionalità, ad ostacolare l'evento dannoso, sicchè rispondono del mancato utile attivarsi: il dovere di agire informati dei consiglieri non esecutivi delle società bancarie, sancito dagli artt. 2381, commi 3 e 6, e 2392 c.c., non va rimesso, nella sua concreta operatività, alle segnalazioni provenienti dai rapporti degli amministratori delegati, giacchè anche i primi devono possedere ed esprimere costante e adeguata conoscenza del business bancario.

Anche le società in house sono fallibili

Cass. Civ. – Sez. I – 22 febbraio 2019, n. 5346, sent.

La società a partecipazione pubblica non muta la sua natura di soggetto di diritto privato solo perché un ente pubblico ne possegga le partecipazioni, in tutto o in parte, e per le società in house non sussiste un'apprezzabile deviazione rispetto alla comune disciplina privatistica delle società di capitali, con la conseguenza che anche per le società in house trovano applicazione le norme del codice civile e quelle sul fallimento: l'art. 1 l. fall. esclude dall'area della concorsualità solo gli enti pubblici, e non anche le società pubbliche.

Il concorso del socio nella bancarotta impropria

Cass. Pen. – Sez. V – 7 febbraio 2019, n. 6103, ord.

Anche il socio risponde di bancarotta fraudolenta impropria, a titolo di concorso nel reato proprio dell'amministratore, quale concorrente extraneus, ove ponga in essere una condotta agevolatrice tipica, che può consistere anche in una deliberazione assembleare che si traduce in una falsità delle scritture, finalizzata a creare l'apparente legittimità di atti dispositivi del patrimonio sociale, privi di reale giustificazione economica. Quanto all'elemento soggettivo, il socio concorre con il dolo consistente nella volontarietà della propria condotta di apporto a quella dell'intraneus, con la consapevolezza che essa determina un depauperamento del patrimonio, in danno ai creditori, mentre non è richiesta la conoscenza del dissesto della società.

Doppia cessione infragruppo di azioni solo per dedurre le minusvalenze: è operazione elusiva

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 7 febbraio 2019, n. 3614, ord.

Le minusvalenze su partecipazioni sono, generalmente, deducibili dal reddito d'impresa, mentre sono interamente indeducibili per i soggetti Ires quelle derivanti dalla cessione di partecipazioni aventi i requisiti Pex, ex art. 87 Tuir. Deve ritenersi operazione elusivo una doppia cessione infragruppo di azioni senza altra giustificazione economica oltre a quella di rendere artificiosamente inapplicabile il regime della partecipation exemption, con la conseguenza di rendere deducibile la minusvalenza che in via ordinaria sarebbe stata indeducibile.

La valutazione dell'adeguatezza dell'investimento in strumenti finanziari rischiosi

Cass. Civ. – Sez. I – 5 febbraio 2019, n. 3335, sent.

In materia di intermediazione finanziaria e servizi d'investimento, gli obblighi informativi devono essere assolti in modo specifico per qualsiasi tipologia di investimento finanziario e devono essere alla base di ogni scelta d'investimento. Le informazioni che l'intermediario deve fornire devono essere sempre "adeguate", sotto il profilo oggettivo, alla natura dell'investimento ed al suo grado di rischiosità da ancorare ad indici concreti e non all'astratta natura giuridica del prodotto, mentre, sotto il profilo soggettivo, la propensione al rischio del cliente non elimina l'obbligo informativo ma lo conforma in modo biunivoco.

Non è società in house se lo statuto apre alla partecipazione di nuovi soci privati

Cass. Civ. – Sez. Unite – 5 febbraio 2019, n. 3330, sent.

Non può parlarsi di società in house providing se lo statuto prevede la partecipazione di nuovi soci, pubblici o privati, atteso che uno dei requisiti necessari per la configurabilità di una società in house è proprio che il capitale sociale deve essere integralmente detenuto da uno o più enti pubblici, per l'esercizio di pubblici servizi, e che lo statuto deve vietare la cessione delle partecipazioni a soci privati. Di conseguenza, in caso di danno arrecato dagli organi sociali al patrimonio della società, sussiste la giurisdizione ordinaria e non quella della Corte dei conti.

Bancarotta semplice: rileva anche l'inerzia del singolo amministratore

Cass. Pen. – Sez. V – 4 febbraio 2019, n. 5462, sent.

In tema di bancarotta semplice, l'inerzia del singolo amministratore, quand'anche da sola insufficiente a impedire l'evento dannoso, nell'unirsi all'identico atteggiamento omissivo, doloso o colposo, degli altri componenti dell'organo amministrativo, acquista efficacia causale rispetto al dissesto, o all'aggravamento del dissesto, in quanto l'idoneità dell'opposizione del singolo a impedire l'evento non deve essere considerata isolatamente, ma nella sua attitudine a rompere il silenzio e a sollecitare un analogo atteggiamento degli altri amministratori. L'amministratore societario ricopre un ruolo di garanzia, ex art. 2392 c.c., dovendo adempiere ai doveri impostigli dalla legge o dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle specifiche competenze, tra i quali rientra anche l'obbligo di impedire gli atti svantaggiosi per la società.

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