Esercizio di fatto di attività giornalistica ed inapplicabilità del regime di tutele del licenziamento ingiustificato

Sabrina Apa
15 Marzo 2019

La giurisprudenza di legittimità è consolidata sul punto, affermando che “In caso di esercizio di fatto di attività giornalistica da parte di soggetti non iscritti all'albo professionale, la nullità del rapporto di lavoro, non derivando dall'illiceità dell'oggetto o della causa ma dalla violazione della norma imperativa dettata dall'art. 43, l. 3 febbraio 1963, n. 69, non produce effetto nel periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione, secondo l'espresso disposto dell'art. 2126, c.c...

La giurisprudenza di legittimità è consolidata sul punto, affermando che: “In caso di esercizio di fatto di attività giornalistica da parte di soggetti non iscritti all'albo professionale, la nullità del rapporto di lavoro, non derivando dall'illiceità dell'oggetto o della causa ma dalla violazione della norma imperativa dettata dall'art. 43, l. 3 febbraio 1963, n. 69, non produce effetto nel periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione, secondo l'espresso disposto dell'art. 2126, c.c.; ciò comporta, limitatamente a tale periodo, che il lavoro prestato in carenza di iscrizione deve essere retribuito, con eventuale adeguamento della misura della retribuzione ex art. 36, comma 1, Cost., ma non dà diritto alla tutela reintegratoria e risarcitoria di cui all'art. 18, l. n. 300 del 1970”.

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