L’atto di revisione del classamento catastale deve contenere presupposti fattuali e ragioni giuridiche della decisione

La Redazione
25 Marzo 2019

Il Comune può riclassare l'immobile, ma nell'avviso deve rendere noti al contribuente i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della decisione. Lo ha specificato la Corte di Cassazione con la quale i giudici hanno accolto il ricorso di una società per azioni.

Il Comune può riclassare l'immobile, ma nell'avviso deve rendere noti al contribuente i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della decisione.

Lo ha specificato la Corte di Cassazione con l'ordinanza del 20 marzo 2019, n. 7732, con la quale i giudici hanno accolto il ricorso di una società per azioni.

Secondo i supremi giudici, «l'atto di revisione del classamento catastale non può limitarsi a contenere l'indicazione della categoria e della classe attribuita dall'Agenzia del Territorio ma deve specificare, a pena di nullità, sia le ragioni giuridiche sia i presupposti di fatto della modifica. L'Amministrazione è tenuta, quindi, a precisare dettagliatamente se il mutamento è giustificato dal mancato aggiornamento catastale o dall'incongruenza del valore rispetto ai fabbricati similari (individuando detti edifici, il loro classa mento e le caratteristiche che li rendono analoghi a quello in oggetto) o dall'esecuzione di lavori particolari nell'immobile, da menzionare analiticamente o, infine, da una risistemazione dei parametri della microzona di collocazione, da esplicitare in modo chiaro con l'indicazione del rapporto tra valore di mercato e valore catastale dell'area e delle altre comunali, così che emerga il significativo divario».

Nell'atto impugnato non era esplicitato quale criterio avesse portato al diverso classamento dell'edificio, cosa che ha portato all'accoglimento del ricorso della società.

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