L’utilizzo anomalo di valute virtuali

La Redazione
05 Giugno 2019

L'Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia ha individuato alcuni profili comportamentali a rischio, nell'utilizzo di monete virtuali, ai fini della prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

L'Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia, con Comunicazione del 28 maggio 2019, ha individuato alcuni profili comportamentali a rischio, nell'utilizzo di monete virtuali, ai fini della prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

Con precedente Comunicazione del 30 gennaio 2015, l'Uif aveva richiamato l'attenzione dei destinatari degli obblighi antiriciclaggio, in particolare degli intermediari finanziari, sulla necessità di monitorare le attività connesse all'utilizzo delle criptovalute. Da allora, si è registrata una crescente diffusione delle valute virtuali e un rischio maggiore di utilizzo distorto di tali strumenti. Il legislatore è intervenuto di conseguenza e con la riforma attuata con d.lgs. n. 90/2017, ha incluso i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale tra i destinatari degli obblighi antiriciclaggio; tale obbligo diventerà ancora più ampio con il recepimento in Italia della c.d. V Direttiva Antiriciclaggio (direttiva 2018/843).

Per prevenire fenomeni di riciclaggio, dunque, l'Uif ha individuato una serie di profili comportamentali a rischio, tratti dall'esperienza dell'analisi delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall'Unità.

In particolare, dal punto di vista oggettivo, si segnalano le ipotesi di costituzione anomala della provvista impiegata in acquisti di virtual asset.

Vengono fornite, inoltre, alcune indicazioni integrative per la per la migliore rappresentazione dei sospetti e per la trasmissione di più complete informazioni utili all'attività di analisi finanziaria della UIF.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.