I criteri sussidiari ai fini della subordinazione
02 Luglio 2019
Ai fini della prova della subordinazione che incidenza ha la soggezione al potere direttivo e disciplinare? I criteri sussidiari debbono essere tutti dimostrati?
L'orientamento della giurisprudenza è consolidato nel sostenere che, ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro come autonomo o subordinato, il criterio dell'assoggettamento al potere direttivo,organizzativo e disciplinare può non essere significativo qualora le prestazioni svolte risultino essere elementari, ripetitive e predeterminate nelle modalità di esecuzione. In tali ipotesi vengono in rilievo ulteriori criteri distintivi sussidiari quali, ad esempio la continuità e la durata del rapporto, la regolamentazione dell'orario di lavoro, la sussistenza di un effettivo potere di autorganizzazione in capo al lavoratore, e così via.
Tali elementi fattuali, connotando le modalità concrete di esercizio della prestazione, attengono al piano probatorio e consentono di pervenire ad un giudizio presuntivo circa la sussistenza o meno della subordinazione. Ne consegue che i criteri sussidiari non debbono essere tutti provati, dovendosi piuttosto accertare la univocità di tali indici, ergo la non contraddittorietà, ai sensi dell'art. 2729, c.c.
Cfr.: Cass., sez. VI, 27 giugno 2019, n. 17384. |
