Recupero credito per prestazioni difensive innanzi al giudice tributario: la competenza è del giudice ordinario

Redazione scientifica
29 Luglio 2019

In materia di recupero di un credito professionale di un avvocato verso un cliente per prestazioni rese di fronte al giudice tributario, la giurisdizione spetta al giudice ordinario.

Il caso. Il tribunale di Palermo, in composizione monocratica, accoglieva il ricorso proposto da un avvocato vertente sulla condanna di una società di riscossione al pagamento di una somma a titolo di compenso per la difesa da lui svolta in giudizi dinanzi alle Commissioni tributarie.

Avverso tale provvedimento, la società ha proposto ricorso per cassazione, contestando, tra i diversi motivi, il fatto che la decisione fosse stata pronunciata in composizione monocratica anziché collegiale.

La giurisdizione del giudice ordinario. La Corte di cassazione dichiara, in via preliminare ed assorbente rispetto all'esame dei motivi di ricorso, inammissibile il ricorso, richiamando la giurisprudenza delle Sezioni Unite laddove, risolvendo una questione di giurisdizione riguardante il recupero di un credito professionale di un avvocato verso un cliente per prestazioni rese di fronte al giudice tributario, hanno affermato che la giurisdizione spetti al giudice ordinario, precisando che trattasi di un contenzioso eterogeneo rispetto alla materia attribuita al giudice tributario ex art. 2 del d.lgs. n. 546/1992 (cfr. Cass. civ., Sez. Un., ord., n. 25938/2018).

Regime impugnatorio. Da tale principio, discende l'inapplicabilità dell'art. 14 d.lgs. n. 150/2011, in tema di richieste di compenso per le attività professionali svolte nell'ambito di processi tributari. Dunque, nel caso di specie, «il regime impugnatorio dell'ordinanza emessa ai sensi degli artt. 702-bis e ss. c.p.c. dal tribunale di Palermo (correttamente in composizione monocratica sulla controversia per compensi relativi a giudizi tributari) era quello dell'appello, come testualmente prescrive l'art. 702-quater e non quello del ricorso per cassazione».

Per tali ragioni, la Suprema Corte ha dichiara il ricorso inammissibile.

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