Prima casa: contribuente paga le imposte sulla plusvalenza se le utenze sono troppo basse
27 Agosto 2019
Se l'immobile compravenduto prima dello scadere dei cinque anni ha fatto registrare dei consumi delle utenze inferiori rispetto ad un'altra dimora di proprietà, il contribuente paga le imposte sulla plusvalenza (Cass. 16 luglio 2019 n. 18963).
L'Agenzia delle Entrate aveva ritenuto che l'immobile compravenduto non costituisse abitazione principale. La CTR aveva giudicato che dalla vendita si era generata una plusvalenza, in quanto l'immobile non poteva essere una prima abitazione poiché i consumi di luce ed acqua erano superiori in un altro immobile posseduto altrove, nel Comune ove era situata la residenza anagrafica.
Inutilmente il contribuente aveva evidenziato che l'immobile fosse stato utilizzato come base di appoggio perché prossimo al suo luogo di lavoro; difficile era superare la presunzione dovuta alla sua residenza anagrafica, sita nell'altro comune nel quale egli possedeva un immobile.
Respinto dunque il ricorso del contribuente: la Sesta Sezione Civile ha evidenziato come i giudici di appello avessero accertato i maggiori costi sostenuti per i servizi di energia elettrica, gas e telefono, per determinare che l'abitazione principale fosse altrove. Tali presunzioni, non superate dal contribuente, legittimano la razionale conclusione secondo cui vi è stata plusvalenza da cessione dell'appartamento acquistato da non più di cinque anni. |