Cedolare secca in caso di fitto d'azienda

Redazione scientifica
20 Settembre 2019

La cessione di un contratto di locazione commerciale nell'ambito del fitto di azienda non integra il requisito del nuovo contratto di locazione, cui applicare la cedolare secca.

La questione. L'istante, proprietario di un immobile accatastato come categoria C/1, riferiva che detto immobile era stato dato in locazione a una società in accomandita semplice, stipulando un contratto della durata di 6 anni con decorrenza 01.04.2014 e scadenza 31.03.2020, rinnovabile per altri sei anni, salvo disdetta. Poiché la società in accomandita semplice, titolare del contratto di locazione, con decorrenza 10.01.2019 aveva concesso in affitto l'azienda a una srl unipersonale, tale ultima società era subentrata nel contratto di locazione già in essere. Al riguardo, l'interpellante chiedeva se, a seguito del cambiamento di soggetto giuridico del locatario, fosse possibile applicare il regime di tassazione della cedolare secca ai redditi derivanti dalla locazione dell'immobile con decorrenza 10 gennaio 2019.

La risposta. L'Agenzia con Risp. del 30 agosto 2019 n. 364, chiarisce che il subentro nel contratto di locazione non equivale alla stipula di un nuovo contratto, che sopraggiungendo in vigenza del nuovo quadro normativo permetterebbe la cedolare. Infatti, in questo caso vi è una semplice cessione ai sensi dell'art 36, legge 27.07.1978 n. 392, qualificabile come ex lege, cui consegue un obbligo di comunicazione all'Agenzia delle Entrate. Pertanto, non essendovi elementi per ritenere che in questo caso nasca un nuovo contratto, non si potrà applicare la cedolare secca. Invero, l'istante non può usufruire della cedolare secca, in quanto attualmente risulta in corso un contratto non scaduto e già esistente alla data del 15 ottobre 2018.