Avanzamenti di carriera: disciplina collettiva e discrezionalità del datore di lavoro

La Redazione
24 Settembre 2019

Il diritto al lavoratore ad essere promosso ad un livello superiore presuppone una disciplina collettiva o aziendale che garantisca l'avanzamento come effetto immediato di determinate condizioni di fatto, delle quali sia accertata l'esistenza, prescindendo da ogni indagine valutativa del datore di lavoro. Viceversa, nell'ipotesi in cui la disciplina in tema di promozioni rimetta il giudizio di merito sulle attitudini e capacità professionali esclusivamente al datore di lavoro, è possibile sindacare l'operato dello stesso solo se ...

Il diritto al lavoratore ad essere promosso ad un livello superiore presuppone una disciplina collettiva o aziendale che garantisca l'avanzamento come effetto immediato di determinate condizioni di fatto, delle quali sia accertata l'esistenza, prescindendo da ogni indagine valutativa del datore di lavoro.

Viceversa, nell'ipotesi in cui la disciplina in tema di promozioni rimetta il giudizio di merito sulle attitudini e capacità professionali esclusivamente al datore di lavoro, è possibile sindacare l'operato dello stesso solo se la mancata promozione sia espressione di una deliberata violazione delle regole di buona fede e correttezza che presiedono allo svolgimento del rapporto di lavoro.

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