La celebre foto di Falcone e Borsellino non costituisce opera d’arte tutelabile

La Redazione
25 Ottobre 2019

La fotografia quale opera d'arte, e come tale tutelabile ex artt. 2 e 87 ss. l.d.a., presuppone una lunga e accurata scelta, da parte del fotografo, del luogo, del soggetto, dei colori, dell'angolazione, dell'illuminazione, e si concretizza in uno scatto unico, irripetibile nel quale l'autore sintetizza la sua visione del soggetto.

La fotografia quale opera d'arte, e come tale tutelabile ex artt. 2 e 87 ss. l.d.a., presuppone una lunga e accurata scelta, da parte del fotografo, del luogo, del soggetto, dei colori, dell'angolazione, dell'illuminazione, e si concretizza in uno scatto unico, irripetibile nel quale l'autore sintetizza la sua visione del soggetto. Il fotografo deve, quindi, avere in mente un obiettivo pittorico e creativo di valore artistico ed innovativo che tende a realizzare in una rappresentazione che non è grafico-pittorica bensì fotografica.

In sostanza i presupposti per riconoscere ad una fotografia valore di opera d'arte sono i medesimi che devono essere ascritti ad un quadro. La fotografia deve essere l'espressione di un progetto artistico, di uno stile, di un momento creativo.

Di conseguenza, non può essere riconosciuta tutela, quale opera d'arte fotografica, a uno scatto compiuto in occasione di un convegno e nell'adempimento di un contratto di impiego, che può qualificarsi come una testimonianza, a mo' di cronaca, di una situazione di fatto (nel caso di specie, il Tribunale ha ritenuto che la celebre immagine dei magistrati Falcone e Borsellino, realizzata nel corso di un congresso, non si possa qualificare come opera d'arte fotografica, in quanto non si caratterizza per una particolare creatività, non sembra vi sia stata da parte dell'autore della fotografia una particolare scelta di posta, di luci, di inquadramento, di sfondo, ed è diventata iconica soltanto a posteriori).

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