Sempre nulla la sentenza pronunciata prima della scadenza del termine per le conclusioni
22 Novembre 2019
Il caso. Viene proposto ricorso per cassazione deducendo la nullità della sentenza per avere il giudice deciso la causa prima dello spirare del termine per il deposito delle comparse conclusionali, menomando in tal modo l'esercizio del diritto di difesa delle parti.
Il Collegio rileva che effettivamente, dall'esame dei fatti, risulta che la decisione impugnata è stata assunta prima dello scadere dei termini di cui all'art. 190, comma 1, c.p.c.
Nullità sentenza. I Giudici ritengono, pertanto, doveroso ribadire che è nulla la sentenza emessa dal giudice prima della scadenza del termine ex art. 190 c.p.c., in quanto risulta per ciò solo impedito ai difensori l'esercizio del diritto di difesa, senza che sia necessario verificare la sussistenza, in concreto, del pregiudizio che da tale inosservanza deriva alla parte (cfr. Cass. civ., n. 20732/2018; Cass. civ. n. 24636/2016).
Violazione termine perentorio. Tale nullità è presidiata dalla necessità di rispettare un termine perentorio, in cui cioè è la legge stessa a compiere una prevalutazione di carattere generale della rilevanza del rispetto del termine. In altre parole, continuano i Giudici, nel caso in cui la norma preveda la concessione di termini perentori da parte del giudice entro i quali le parti hanno facoltà di svolgere una specifica attività difensiva, è di tutta evidenza che la loro mancata concessione, ovvero la loro violazione non può che comportare in re ipsa la compressione delle relative facoltà difensive delle parti medesime, con conseguente nullità processuale. Proprio perché già il legislatore ha effettuato, sul piano generale, una valutazione sulla consequenziale lesione del diritto di difesa, che non deve essere provata da chi la eccepisce, non restando essa demandata alla ponderazione del giudice.
Ed è per tale ragione che la Suprema Corte ha accolto il ricorso sul motivo sopra approfondito e rinviato la causa al tribunale. |