Bankitalia avvia monitoraggio sul recupero crediti delle banche

Fabio Fiorucci
16 Marzo 2020

Le banche abitualmente ricorrono a due strumenti per promuovere le attività di recupero dei crediti insoluti, affidandone ad operatori specializzati la gestione: la cessione diretta a terzi; le cartolarizzazioni...

Le banche abitualmente ricorrono a due strumenti per promuovere le attività di recupero dei crediti insoluti, affidandone ad operatori specializzati la gestione: la cessione diretta a terzi; le cartolarizzazioni.

Per lungo tempo le attività di recupero degli operatori specializzati si sono concentrate sui crediti seriamente compromessi, ossia 'in sofferenza'; ultimamente le azioni di recupero riguardano, invece, anche situazioni meno gravi, ossia le posizioni classificate come 'inadempienze probabili' (UTP). Si tratta di crediti erogati a debitori le cui difficoltà di rimborso possono essere superate attraverso la ristrutturazione della posizione debitoria o la concessione di nuova finanza.

Bankitalia evidenzia che il buon funzionamento dell'industria del recupero è assai importante. Maggiore efficienza ed efficacia di questi operatori si traducono in prezzi più elevati degli NPLs, e quindi in minori impatti delle cessioni sul conto economico delle banche venditrici. Inoltre, lo sviluppo dell'industria degli UTP può dare un significativo contributo alla quota di debitori in difficoltà che rientrano in bonis, con effetti benefici per il sistema bancario (minori NPLs) e per l'economia (maggiore crescita economica).

Sulla base di questi presupposti, l'Istituto di Vigilanza ha avviato una interlocuzione con gli operatori specializzati nella gestione dei crediti deteriorati, finalizzata ad acquisire una visione complessiva del loro modus operandi, e dunque valutare l'efficacia dell'assetto attuale «anche in funzione di un eventuale intervento sui profili regolamentari, segnaletici e sull'azione di vigilanza».

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