Il condominio ai tempi del coronavirus: le raccomandazioni per la tutela dei gatti in condominio

Redazione scientifica
26 Marzo 2020

A cause delle recenti disposizioni normative per la limitazione degli spostamenti per evitare il COVID-19 (coronavirus), i responsabili della colonia felina possono continuare ad alimentare i gatti presenti in Condominio?

A cause delle recenti disposizioni normative per la limitazione degli spostamenti per evitare il COVID-19 (coronavirus), i responsabili della colonia felina possono continuare ad alimentare i gatti presenti in Condominio?

Quando si parla di gatti randagi ci si riferisce spesso alle cosiddette colonie feline (in realtà, per formare una colonia felina bastano anche solo due gatti che vivono in un determinato e circoscritto territorio).

Le colonie feline sono protette dalla legge e non posso essere spostate, questo anche se la colonia è in un condominio, con buona pace dei condomini più recalcitranti. Naturalmente, ciò non significa che i gatti e chi se ne prende cura possano fare tutto quello che vogliono: ci sono delle regole da seguire. È infatti consentita l'utilizzazione della cosa comune da parte del singolo condomino con modalità particolari e diverse rispetto alla sua normale destinazione purché - nel rispetto delle concorrenti utilizzazioni, attuali o potenziali, degli altri condomini - non sia alterato il rapporto di equilibrio tra tutti i comproprietari.

Premesso quanto innanzi esposto, tenuto conto che con i DPCM dell'8 e 9 marzo 2020, il Governo ha deciso l'estensione a tutta l'Italia delle aree a contenimento rafforzato e che, con il DPCM dell'11 marzo 2020, il Governo ha emanato ulteriori misure di contenimento e gestione, il Ministero della Salute con la Circolare del 12 Marzo 2020 ha precisato che sono consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche autorizzate/registrate dal servizio veterinario ivi compresi canili, gattili e l'accudimento e cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà garantite dalla l. n. 281/1991.

Su tale aspetto, secondo l'Associazione “LAV”, è possibile tutelare la colonia felina anche se non è registrata, perché “il principio è quello della tutela degli animali, a prescindere”.

In conclusione, in risposta al quesito esposto, i gattari devono continuare ad occuparsi della propria colonia felina in quanto la circostanza è uno “stato di necessità”. Inoltre, secondo l'”Ente Nazionale Protezione Animali”, i gatti sono tutelati dalla legge, di conseguenza se non vengono accuditi e alimentati sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono. Ed ancora, l'impedimento al gattaro di prendersi cura della propria colonia felina potrebbe generare una potenziale dispersione della colonia felina in quanto, in assenza di cibi, questi potrebbero disperdersi e creare un problema di carattere sanitario.

Anche per i gattari è necessario spostarsi con l'autocertificazione (modulo di autodichiarazione previsto dal Ministero dell'Interno). Si ritiene, inoltre, opportuno sottolineare che gli spostamenti relativi alla cura degli animali di affezione rientrano nell'ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale, in conformità delle disposizioni previste dai su citati DPCM.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.