Da Confindustria e Cerved il Rapporto Regionale PMI 2020

La Redazione
03 Agosto 2020

Confindustria e Cerved hanno realizzato il Rapporto Regionale PMI 2020 che analizza lo stato di salute economico-finanziaria e le prospettive delle 156 mila società italiane che rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa.

Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, hanno realizzato il Rapporto Regionale PMI 2020.
L'obiettivo dell'analisi realizzata è quello conoscere meglio la realtà produttiva delle piccole e delle medie imprese italiane nell'insieme e nelle sue articolazioni territoriali, analizzare da un punto di vista quantitativo e qualitativo i fenomeni economici per migliorare la capacità di proposta, favorire l'adozione di policy mirate ed efficaci.


L'analisi, arricchita sia dall'analisi sugli impatti che il Covid-19 ha determinato sui sistemi locali di PMI che da una sezione dedicata alla ricognizione e all'approfondimento delle misure messe in campo sia a livello europeo che nazionale per fronteggiare l'emergenza, analizza lo stato di salute economico-finanziaria e le prospettive delle 156 mila società italiane che - impiegando tra 10 e 249 addetti e con un giro d'affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro – rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa (PMI).

Le PMI analizzate rappresentano un aggregato molto significativo, con più di 93 mila società nelle regioni settentrionali (di cui 53 mila nel Nord-Ovest e 40 mila nel Nord-Est), il Nord è l'area con la maggiore presenza di PMI, che risultano comunque molto presenti anche

nel Centro Italia (32 mila società) e nel Mezzogiorno (31 mila unità).
Questo aggregato produce un valore aggiunto pari a 224 miliardi di euro: il 39% è prodotto da PMI che hanno sede nel Nord-Ovest, il 28% da società del NordEst, il 18% da imprese dell'Italia centrale e il restante 15% da piccole e medie imprese meridionali.
La maggiore densità imprenditoriale del Nord è accompagnata da una dimensione media maggiore delle PMI, che producono in media un valore aggiunto del 30% superiore rispetto alle società dell'Italia centrale (1,6 milioni contro 1,25) e del 50% maggiore di quelle che hanno sede nel Mezzogiorno (1,09 milioni).

Questi numeri evidenziano la maggiore propensione alla crescita delle imprese settentrionali, confermata anche dalla quota di medie imprese (società con 50- 249 addetti e 10-50 milioni di euro di fatturato), che nelle regioni del Nord sfiora il 20%, mentre si attesta al 15% nel Centro e al 14% nel Mezzogiorno.

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