La natura delle carte di libera circolazione alla luce della nozione di retribuzione

30 Settembre 2020

Le utilità offerte al lavoratore da ricondurre alla nozione di retribuzione sono quelle che risultano intimamente connesse al sinallagma genetico e funzionale del rapporto di lavoro di cui costituiscono un corrispettivo. Il criterio per ritenere retributiva una erogazione è dato pertanto dal rapporto sinallagmatico prestazione/controprestazione propria del rapporto di lavoro...

Le utilità offerte al lavoratore da ricondurre alla nozione di retribuzione sono quelle che risultano intimamente connesse al sinallagma genetico e funzionale del rapporto di lavoro di cui costituiscono un corrispettivo. Il criterio per ritenere retributiva una erogazione è dato pertanto dal rapporto sinallagmatico prestazione/controprestazione propria del rapporto di lavoro.

L'agevolazione di libera circolazione è ancorata allo status di dipendente, o ex dipendente pensionato ed è del tutto svincolata dalla natura e dalle modalità della controprestazione lavorativa. Si tratta di agevolazione che, se rimasta inutilizzata, non è suscettibile, alla scadenza, di essere tramutata in un controvalore economico né tanto meno è possibile richiederne la sostituzione con il pagamento di una somma di denaro.

Tali caratteristiche, complessivamente valutate, non consentono perciò di far rientrare le C.L.C. tra le componenti della retribuzione da prendere in considerazione ai fini del calcolo delle differenze retributive spettanti per effetto della costituzione ab origine di un rapporto di lavoro subordinato nel caso di accertata interposizione fittizia ai sensi della l. n. 1369/60 che possono riguardare solo i corrispettivi, pur nel senso ampio sopra richiamato della prestazione resa in favore di un datore di lavoro che ex post è stato accertato essere tale.

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