La buona fede alla scadenza del periodo di comporto

09 Ottobre 2020

Entro quali termini il datore può rifiutare di concedere le ferie al lavoratore che, assente per malattia ed in ragione dell'esaurimento del periodo di comporto, chieda di godere del periodo di riposo?

Entro quali termini il datore può rifiutare di concedere le ferie al lavoratore che, assente per malattia ed in ragione dell'esaurimento del periodo di comporto, chieda di godere del periodo di riposo?

Tenuto conto dell'interesse alla prosecuzione del rapporto, in linea con il più recente orientamento giurisprudenziale, non può escludersi la possibilità per il lavoratore di sostituire alla malattia la fruizione delle ferie, maturate e non godute, allo scopo di sospendere il decorso del periodo di comporto.

Il datore, alla cui discrezionalità è generalmente riservata la scelta circa il tempo di godimento delle ferie, qualora decida di non accogliere suddetta richiesta dovrà dimostrare di aver tenuto conto, nell'assumere la relativa decisione, del fondamentale interesse del dipendente ad evitare in tal modo la possibile perdita del posto di lavoro per scadenza del periodo di comporto.

Sulla questione la giurisprudenza ha posto l'accento sui principi di buona fede e correttezza nell'esecuzione del contratto (art. 1375 c.c.) sicché, pur non riscontrandosi alcuna norma che imponga l'accoglimento della richiesta delle ferie, nella valutazione degli interessi contrapposti, non può il datore obliterare il fine perseguito dal dipendente (evitare il licenziamento per superamento del periodo di comporto) ove a ciò non osti la sussistenza di concrete ed effettive ragioni organizzative.

Cfr.: Cass., sez. lav., 10 giugno 2020, n. 19062; Cass., sez. lav., 5 aprile 2017, 8834.

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