Osservatorio sulla Cassazione – Ottobre 2020

La Redazione
12 Novembre 2020

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Ottobre.

Imposte in misura fissa per ogni tipo di trust

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 30 ottobre 2020, n. 24153, sent.

La costituzione del vincolo di destinazione di cui all'art. 2, comma 47, D.L. n. 262 del 2006, conv. in L. n. 286 del 2006, non integra autonomo e sufficiente presupposto di una nuova imposta, in aggiunta a quella di successione e di donazione; un trasferimento imponibile non è riscontrabile, nè nell'atto istitutivo, nè nell'atto di dotazione patrimoniale tra disponente e trustee - in quanto meramente strumentali ed attuativi degli scopi di segregazione e di apposizione del vincolo di destinazione - ma soltanto in quello di eventuale attribuzione finale del bene al beneficiario, a compimento e realizzazione del trust medesimo.

Concetto ampio di offerta fuori sede di strumenti finanziari

Cass. Civ. – Sez. I – 27 ottobre 2020, n. 23569, sent.

Per escludere l'applicabilità della disciplina relativa all'offerta fuori sede di cui all'art. 30 TUF, nella vigenza del reg. Consob n. 16190/2007, non è sufficiente che la promozione e il collocamento di strumenti finanziari si attuino in luogo di pertinenza del promotore finanziario, ma è necessario che tali attività si perfezionino presso la sede legale dell'intermediario autorizzato, ovvero presso una dipendenza dello stesso, per tale dovendosi intendere l'unità locale costituita da una stabile organizzazione di mezzi e di persone, aperta al pubblico, dotata di autonomia tecnica e decisionale, che presta in via continuativa servizi e attività di investimento.

Nullità selettiva di contratti di investimento con il limite della buona fede

Cass. Civ. – Sez. I – 26 ottobre 2020, n. 23449, ord.

La nullità per difetto di forma scritta, ex art. 23, comma 3, TUF, può essere fatta valere esclusivamente dall'investitore, con la conseguenza che gli effetti processuali e sostanziali dell'accertamento operano soltanto a suo vantaggio. L'intermediario può, però, opporre l'eccezione di buona fede se l'uso strumentale dell'azione di nullità, cd. nullità selettiva, determini un ingiustificato sacrificio economico a suo danno, alla luce della complessiva esecuzione degli ordini.

Violazione degli obblighi informativi dell'intermediario: la risoluzione del contratto quadro si estende ai singoli ordini di investimento

Cass. Civ. – Sez. I – 22 ottobre 2020, n. 23129, sent.

In tema di negoziazione di prodotti finanziari, l'inadempimento di non scarsa importanza agli obblighi informativi imposti dalla legge e dai regolamenti Consob a carico dell'intermediario determina il diritto dell'investitore a richiedere la risoluzione non solo del cd. contratto quadro, ma anche dei singoli ordini di investimento. Le singole operazioni di investimento in valori mobiliari sono contratti autonomi, benchè esecutivi del contratto quadro originariamente stipulato dall'investitore con l'intermediario, e dunque possono essere oggetto di risoluzione, in caso di inosservanza di doveri informativi nascenti dopo la conclusione del contratto quadro, indipendentemente dalla risoluzione di quest'ultimo.

La trasformazione di società di capitali in comunione d'azienda non “cancella” il termine annuale dl fallimento

Cass. Civ. – Sez. I – 22 ottobre 2020, n. 23174, ord.

In caso di trasformazione di una società di capitali in una comunione di azienda, l'art. 10 l. fall. trova comunque applicazione nei confronti dell'«ente originario». La soggettività fallimentare di questo ente non è diversa da quella che viene riconosciuta a una qualunque società cancellata dal registro e dichiarata fallita nel corso dell'anno successivo.

I creditori di titolo anteriore alla cancellazione dell'«ente originario» si avvantaggiano del regime di responsabilità proprio della relativa struttura. A tale regime rimane ancorata, di conseguenza, la fallibilità dell'«ente originario», che l'intervenuta trasformazione non è idonea a impedire.

Lo strumento di tutela dei creditori dato dall'opposizione, che è previsto dalla legge in relazione alle operazioni di trasformazione, non può in alcun modo considerarsi sostitutivo di quello rappresentato dal fallimento, posto che, per la categoria dei creditori anteriori alla trasformazione, appronta una tutela di intensità sensibilmente inferiore.

Le controversie sulla revoca della donazione di quote societarie non vanno alle Sezioni Specializzate

Cass. Civ. – Sez. VI – 15 ottobre 2020, n. 22341, ord.

Esula dalla competenza del tribunale specializzato in materia d'impresa la controversia relativa alla domanda di revocazione di una donazione, pur quando essa abbia avuto ad oggetto, diretto o indiretto, partecipazioni sociali, laddove l'attore lamenti, ai sensi dell'art. 801 c.c., condotte foriere della caducazione del contratto per la violazione degli elementari obblighi verso il donante ivi previsti, onde le vicende societarie vi restino affatto estranee.

Investimenti e acquisto di azioni di una banca: regole sulla competenza delle Sezioni Specializzate

Cass. Civ. – Sez. VI – 15 ottobre 2020, n. 22340, ord.

Esula dalla competenza del tribunale specializzato in materia d'impresa la controversia relativa all'acquisto di azioni del capitale di una banca nell'ambito di un contratto di investimento finanziario, nella quale l'attore lamenti, ai sensi del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, la violazione delle disposizioni che regolano la prestazione dei servizi di investimento ed il mancato rispetto da parte della banca delle norme legali di comportamento poste in capo agli intermediari finanziari.

Bancarotta, rileva l'indice di pericolosità di operazioni societarie depauperative

Cass. Pen. – Sez. V – 7 ottobre 2020, n. 27930, sent.

Deve qualificarsi come depauperativa, pertanto rilevante ai fini della bancarotta, l'operazione di scissione di una società, successivamente dichiarata fallita, a favore di altra società alla quale siano conferiti beni di rilevante valore, qualora tale operazione, pur astrattamente lecita, sulla base di una valutazione in concreto che tenga conto della effettiva situazione debitoria in cui operi la società poi fallita al momento della scissione, nonchè di ulteriori operazioni poste in essere a danno della società poi fallita, si riveli volutamente depauperatoria del patrimonio aziendale e pregiudizievole per i creditori, nella prospettiva della procedura concorsuale, non essendo le tutele previste dagli artt. 2506 ss. c.c. di per sè idonee ad escludere ogni danno o pericolo per le ragioni. In tema di bancarotta, qualunque negozio e qualunque operazione societaria possono assumere valenza distrattiva o dissipativa, e ciò tanto nel caso in cui non si configurino correlativi incrementi patrimoniali o economici in favore della disponente, quanto in quello in cui l'operazione stessa avvenga al preciso scopo di trasferire la disponibilità dei beni societari ad altro soggetto giuridico in previsione del fallimento.

Radiato il consulente finanziario che viola le norme di diligenza e correttezza

Cass. Civ. – Sez. II – 2 ottobre 2020, n. 21131, sent.

Ai sensi dell'art. 196 d.lgs. n. 58/1998, nei confronti del consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede, che si sia reso responsabile di una delle violazioni contemplate nell'art. 110, comma 2, lett. a) Reg. Consob n. 16190/2007, è applicabile la sanzione della radiazione dall'albo, senza che abbia alcuna rilevanza la distinzione, quando egli sia dipendente dell'intermediario al quale è collegato (art. 31 d.lgs. n. 58/1998), a seconda che egli sia venuto in contatto con il cliente o il potenziale cliente nell'esercizio della specifica attività connessa alla qualifica o per la concorrente qualità di dipendente dell'intermediario.

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