Osservatorio sulla Cassazione – Novembre 2020
09 Dicembre 2020
Amministratore prestanome assolto da bancarotta: la sentenza incide anche sull'omessa dichiarazione Iva Cass. Pen. – Sez. III – 30 novembre 2020, n. 33820 L'amministratore di diritto mero prestanome, assolto, con sentenza passata in giudicato, dall'accusa di bancarotta fraudolenta documentale per non aver commesso il fatto, perchè, pur essendo il liquidatore dell'ente, deve essere ritenuto non consapevole del ruolo assunto, deve essere ritenuto anche esente da responsabilità per il reato di omessa dichiarazione Iva di cui all'art. 5 d.lgs. n. 74/2000: qualora nel corso del giudizio venga prodotta una sentenza passata in giudicato, che accerta fatti che si assumono essere inconciliabili con quelli in contestazione, il giudice è tenuto, onde evitare che si determini una situazione tale da giustificare una futura richiesta di revisione, a verificare la possibile incidenza della decisione irrevocabile, e degli elementi di fatto da essa risultanti, sulla posizione dell'imputato.
Giurisdizione italiana sulla violazione di patti parasociali, anche se la società ha sede all'estero Cass. Civ. – Sez. Unite – 26 novembre 2020, n. 26984, sent. Ai sensi dell'art. 22, punto 2, del Regolamento, il Foro esclusivo per le controversie sulla validità, nullità, scioglimento delle società o persone giuridiche nonché sulla validità delle decisioni dei rispettivi organi, è riservato allo Stato membro in cui la società ha sede: la norma prevede ipotesi tassative, non suscettibili di applicazione analogica, sicchè non rientra in tali fattispecie la domanda di inadempimento dei patti parasociali, che concerne un c.d. sindacato di gestione, e rispetto alla quale opera titolo generale di giurisdizione riferito al domicilio del convenuto.
Reato di messa in commercio di beni con segni mendaci se il marchio CE sta per China Export Cass. Pen. – Sez. III – 18 novembre 2020, n. 32388, sent. Integri l'ipotesi di frode in commercio, prevista e punita ai sensi dell'art. 515 c.p., la condotta di chi abbia consegnato merce recante la marcatura CE (indicativa della locuzione China Export) apposta con caratteri tali da ingenerare nel consumatore la erronea convinzione che i prodotti rechino, invece, il marchio CE (Comunità Europea), poichè l'apposizione di quest'ultimo ha la funzione di certificare la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza e qualità previsti per la circolazione dei beni nel mercato Europeo.
Valido l'accertamento con adesione dell'ex socio di società estinta Cass. Civ. – Sez. Trib. – 17 novembre 2020, n. 26109, sent. E' valido ed efficace l'accertamento con adesione da parte dell'ex socio e liquidatore di una società di capitali, già estinta e cancellata dal registro delle imprese in epoca anteriore all'emanazione dell'atto impositivo.
Usurarietà degli interessi di mora: la nullità non si estende agli interessi corrispettivi Cass. Civ. – Sez. III – 9 novembre 2020, n. 24992, ord. L'art. 1815, comma 2, c.c., ai sensi del quale se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi, è norma imperativa: circoscrivendo la nullità a quel che si definisce "la clausola", il legislatore non ha investito tutto il negozio, bensì ha dettato una nullità parziale, che non si estende agli interessi corrispettivi.
Rivalutazione di quote e poi cessione: non c'è abuso di diritto Cass. Civ. – Sez. V – 6 novembre 2020, n. 24839, sent. Non è elusiva l'operazione con cui, poco prima di cedere le azioni, si proceda ad una loro rivalutazione, al fine di versare l'imposta sostitutiva piuttosto che pagare le imposte sui dividendi. In termini generali, si configura l'abuso del diritto nell'operazione che abbia quale suo elemento predominante e assorbente lo scopo di eludere il fisco, tuttavia la denunciata sospetta tempistica delle cessioni di pacchetti azionari poco prima della distribuzione dei dividendi, con pagamento dei corrispettivi al momento della distribuzione ai cessionari dei dividendi medesimi, può costituire una scelta, anche singolare, ma di certo non collegabile assiomaticamente ad un esclusivo intento elusivo dell'intera operazione di cessione delle partecipazioni societarie.
Finanziamento soci alla s.r.l.: senza delibera di approvazione sono utili occulti Cass. Civ. – Sez. V – 5 novembre 2020, n. 24746, ord. La legittimità di un finanziamento soci alla s.r.l., come tale opponibile al Fisco, richiede la regolarità formale delle delibere assembleari e delle scritture contabili, in tempi coerenti con l'andamento finanziario del periodo: diversamente l'erogazione finanziaria deve ritenersi reimmissione in azienda di utili occulti. Ai fini della qualificazione in termini di finanziamento della erogazione di denaro fatta dal socio alla società, è determinante la circostanza che l'operazione sia stata contabilizzata nel bilancio di esercizio che costituisce il documento contabile fondamentale nel quale la società dà conto dell'attività svolta e che rende detta operazione opponibile ai terzi, compreso l'Erario, essendo invece irrilevante la modalità di conferimento prescelta all'interno dell'ente. |