Legge di Bilancio 2021 in dirittura d'arrivo
23 Dicembre 2020
Dopo aver incassato l'ok della Commissione Bilancio, la Manovra finanziaria approda alla Camera. Prosegue quindi l'iter di approvazione parlamentare del DDL di Bilancio 2021, uscito da Palazzo Chigi a ottobre con la formula “salve intese” e in questo momento al vaglio dei deputati. La partita si chiude entro fine anno, in vista dell'entrata in vigore dal 1° gennaio 2021. Eppure, che questa Manovra abbia qualcosa di diverso rispetto a quelle precedenti è ormai chiaro a tutti.
Difficile parlare, come si dovrebbe, di un programma di governo unitario, frutto di coesione in seno all'Esecutivo. Date le ultime news in fatto di politica, Palazzo Chigi appare ben lontano dallo spirito di serenità che si addice alle festività natalizie, e non solo a causa del Covid. Il Governo, infatti, va avanti a colpi di consultazioni con i partiti di maggioranza per scongiurare la crisi da “Recovery found”. Insomma, un clima tutt'altro che sereno quello in cui il Parlamento è chiamato a decidere sulla roadmap di politica economica, finanziaria e sociale tratteggiata da Conte e i suoi, in modo da concedere il benestare alle previsioni di spesa e, quindi, di bilancio per l'Italia dell'anno venturo. Ma come si preannuncia questo 2021 in punta di fisco, famiglia e lavoro? Beh, stando alla bozza sotto la lente della Camera - che il Senato aspetta la settimana prossima, per il via libero definitivo entro il 31 dicembre 2020 - per lo più all'insegna di proroghe ed estensioni di progetti già esistenti.
A partire dalla integrazione salariale: quella per crisi aziendale vede una proroga per il prossimo biennio, per un periodo massimo di 12 mesi, finalizzata alla gestione degli esuberi di personale e concessa alle imprese che cessano l'attività produttiva (art. 46). Del pari prorogati, fino a un massimo di 12 settimane, i trattamenti di cassa integrazione ordinaria e in deroga e di assegno ordinario previsti a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 (art. 54), con conseguente rimando al 31 marzo 2021 della scadenza dell'attuale divieto di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo e licenziamento collettivo. Sempre sul fronte lavoro, ma questa volta in termini di incentivi per la disoccupazione, la bozza della Legge di Bilancio estende lo sgravio contributivo triennale, già previsto per le assunzioni a tempo indeterminato di infra-trentacinquenni effettuate nel 2020, alle assunzioni relative ai medesimi soggetti che verranno realizzate nel biennio 2021-2022, raddoppiandone la misura dal 50 al 100% entro il tetto massimo di 6.000 euro annui ed elevandone la durata da tre a quattro anni laddove il luogo di lavoro si trovi nelle regioni del Sud Italia (art. 4). Spazio ai giovani, quindi; ma non solo. Le assunzioni si tingono di rosa: esonerati per il prossimo biennio dal versamento dei contributi i datori di lavoro che assumeranno donne, senza più distinzioni in base alle loro condizioni come fino ad ora stabilito (art. 5). Si innesta altresì nell'ambito del sostegno alle famiglie il congedo obbligatorio di paternità fino a 7 giorni, procrastinato fino al 2021 unitamente all'assegno di natalità di un anno, cd. Bonus bebé (artt. 65 e 66). Slitta al 31 dicembre 2020 la chance di fruire della cosiddetta Opzione donna per le lavoratrici che abbiano maturato determinati requisiti entro quella data, e non più entro il 31 dicembre 2019 (art. 60), mentre viene prorogato a tutto il 2021 la sperimentazione dell'anticipo pensionistico (cd. Ape sociale) (art. 61). Come già annunciato dal Movimento cinque stelle, non si ferma neppure il reddito di cittadinanza, con conseguente stanziamento di quasi 200 milioni di euro per il necessario rifinanziamento. Nel quadro di un consolidamento delle iniziative già intraprese si collocano poi la stabilizzazione a regime, dall'anno 2021, dell'ulteriore detrazione per redditi di lavoro dipendente, originariamente prevista dal Decreto legge 5 febbraio 2020, n. 3 per il solo secondo semestre 2020 (art. 3), nonché la proroga per l'anno 2021, dell'esenzione dall'IRPEF dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (art. 8). Nonostante le iniziali perplessità, il DDL di Bilancio ripropone altresì, per l'anno che verrà, le detrazioni per spese derivanti da interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione edilizia (art. 12). Vivono di nuova vita poi, fino al 31 dicembre 2022, i crediti di imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno (art. 32) e non solo. Ricostituite altresì le risorse per la “Nuova Sabatini”, che facilita l'accesso al credito per PMI in funzione dell'acquisto di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali e tecnologie digitali in un'ottica di “Industria 4.0” (art. 16). Qualche modifica invece è stata proposta con riguardo alla famosa plastic tax, la cui entrata in vigore slitta al 1° luglio 2021 (art. 189), al pari di quella della sugar tax (art. 190).
Al contrario, decisamente inedito il Titolo XV del DDL, dedicato alle norme per l'attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, con cui vengono delineate le intenzioni di spesa delle risorse offerte dal Next Generation-EU (NG-EU) nei prossimi sei anni, così come alcuni progetti in cantiere, quali:
Insomma, a voler tacere dei ritardi nella tabella di marcia- dato che il voto finale, con fiducia, alla Camera è previsto soltanto nella serata del 27 Dicembre - il Governo sembra per lo più muoversi nel senso di una stabilizzazione delle misure già sperimentate durante la crisi da Covid-19. Il che potrebbe avere una duplice chiave di lettura: il conseguimento dei risultati già ottenuti ed evidentemente ritenuti positivi o, al contrario, una maggioranza troppo poco coesa per individuare nuovi progetti di sviluppo. Ai posteri l'ardua sentenza. |