Ristori “quater”: ulteriori misure a sostegno dell'economia
23 Dicembre 2020
Premessa
Reca la data del 30 novembre 2020 l'ultima fatica del Governo Conte: parliamo del D.L. n. 297/2020, versione “quater” del famoso Decreto Ristori (D.L. 28 ottobre 2020, n. 137) che, lungo il solco già tracciato dai Decreti Ristori-bis e ter, prevede misure finanziarie urgenti connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19. Ora non resta che aspettare l'arrivo in Gazzetta del testo definitivo della Legge di conversione della suddetta legislazione d'emergenza, approvata il 18 dicembre scorso per la conversione in legge, con qualche aggiustamento, del D.L. n. 137/2020, nel quale sono confluite tutte le successive versioni del Decreto Ristori, ivi incluso il quater, di cui si recepiscono sostanzialmente gli effetti. Già, perché nonostante la lieve diminuzione delle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva, l'incidenza delle diagnosi di coronavirus è ancora ben lontana da livelli che permettano un allentamento delle misure di contenimento. I contagi non si arrestano e le attività economiche, tra coprifuoco serale e lockdown nei giorni festivi e pre-festivi, stentano a ripartire. Mentre l'Italia, quindi, rimane a colori, da Palazzo Chigi arriva un'ulteriore boccata di ossigeno per gli operatori dei settori produttivi colpiti, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte in senso anti-covid. In effetti, già con il D.P.C.M. del 25 ottobre 2020, il Consiglio dei ministri aveva disposto un semi-lockdown per fronteggiare la seconda ondata dell'emergenza sanitaria: dal coprifuoco delle 21 alle restrizioni della mobilità tra regioni, dall'apertura di bar e ristoranti fino alle 18 alla chiusura di piscine, palestre, musei e teatri. Ebbene, proprio la prospettiva di una generalizzata chiusura delle attività economiche, dopo il prolungato lockdown di Marzo, aveva destato tra i più non poche preoccupazioni. I lavoratori dei settori maggiormente colpiti sono quindi scesi in piazza a protestare, con tafferugli e disordini al seguito, costringendo il Governo a intervenire per alleviare gli effetti devastanti della crisi.
Sono così approdati in Gazzetta dapprima il D.L. 28 ottobre 2020, n. 137 (cd. “Decreto Ristori”), poi il D.L. 9 novembre 2020, n. 149 (cd. “Decreto Ristori-bis”) e, ancora, il. D.L. 23 novembre 2020, n. 154 (cd. “Decreto Ristori-ter”). Diverse le misure introdotte per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all'epidemia da Covid-19.
In particolare, con la prima versione del Decreto Ristori, il Governo ha pensato di destinare un contributo a fondo perduto, previa individuazione, nell'Allegato A1, dei codici ATECO delle attività beneficiarie, chiedendo come unica condizione che l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 fosse inferiore ai due terzi dell'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 (art. 1). Con una sola eccezione: gli operatori con partita IVA attiva dal 1° gennaio 2019, possibili beneficiari a prescindere dai requisiti di fatturato in parola. Ha poi istituito un fondo per il sostegno e la ripresa delle associazioni e società sportive dilettantistiche in affanno, con una dotazione di 50 milioni di euro (art. 2) e disposto la sospensione delle procedure esecutive immobiliari della prima casa fino alla fine del 2020 (art. 4). Ai vari incrementi dei fondi già istituiti a beneficio degli operatori turistici e della cultura (art.5) nonché dell'export e del sistema delle fiere internazionali (art.6), si sono poi aggiunti contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nelle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura (art. 7). Ancora, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, il Decreto Ristori ha prorogato il credito d'imposta, previsto dall'art. 28 del D.L. n. 34/2020, per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d'azienda, eliminando il riferimento al tetto massimo di 5 milioni di euro del volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d'imposta precedente (art.8). Non trascurate neppure le scadenze tributarie e previdenziali, con la cancellazione della seconda rata Imu (art. 9), la proroga della cassa integrazione da parte dei datori di lavoro per una durata massima di sei settimane (art. 12) e la sospensione, per i datori di lavoro privati con sede operativa nel territorio dello Stato, dei termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria dovuti per il mese di novembre 2020 (art. 13).
Tuttavia, il meccanismo dei codici ATECO ha presto scatenato le ire degli operatori tagliati fuori dalle misure agevolative. Dopo aver distinto le regioni italiane in zone rosse, arancioni e gialle in base al rischio di contagio da Covid-19, Conte ha dunque provato a rimediare con il Decreto Ristori-bis. Tramite l'Allegato 1 al D.L. n. 149/2020, il Governo ha integrato l'elenco dei codici ATECO destinatari delle misure della prima versione del Decreto Ristori, includendovi le attività sportive e turistiche, di ristorazione e pasticceria, di trasporto. Con l'Allegato 2, invece, prendendo atto delle più acute difficoltà derivanti dalle misure restrittive relative alle zone rosse, ha individuato nuovi codici ATECO beneficiari dei ristori e stabilito:
Ancora, il 23 novembre 2020, con il D.L. n. 154 (Decreto Ristori-ter), si è provveduto sostanzialmente al rifinanziamento delle misure di sostegno alle imprese già varate in precedenza. Con conseguente incremento di 1.450 milioni di euro per l'anno 2020 e di 220,1 milioni di euro per l'anno 2021 del fondo istituito dall'art. 8, comma 2 del Decreto Ristori-bis per provvedere agli oneri derivanti da alcune delle misure agevolative summenzionate e aumento di 100 milioni di euro per il 2020 del fondo istituito per l'acquisto e la distribuzione sul territorio nazionale dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid-19.
La “saga Ristori” pare essersi chiusa con la versione quater dell'originario Decreto. Parliamo del D.L. n. 297/2020 che, sfruttando il nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro approvato in ultimo dal Parlamento, ha sospeso e rinviato le principali scadenze fiscali in calendario. Con l'art. 1 è stato disposto il rinvio al 30 aprile 2021 dei versamenti del secondo acconto dell'Irpef, dell'Ires e dell'Irap a carico delle Partite Iva e delle imprese non interessate dagli ISA. Ad eccezione dei settori economici individuati nel Decreto Ristori-bis e dei gestori di ristoranti attivi nelle zone arancioni- per i quali diventano irrilevanti gli indici economici- il presupposto per accedere al beneficio è duplice: un tetto massimo di ricavi pari a 50 milioni di euro e una perdita di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019. Del pari sospeso il pagamento delle ritenute, dell'Iva e dei contributi previdenziali di dicembre per le aziende e i professionisti con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro e un calo del 33% a novembre 2020 rispetto a novembre 2019. Uno stand-by, questo, esteso anche a tutte le attività economiche chiuse con il D.P.C.M. del 3 novembre 2020, a quelle oggetto di misure restrittive con sede nelle zone rosse, oltre che ai ristoranti delle zone rosse o arancioni. Prorogate poi, alcune importanti dead line:
Si guarda, altresì, ai contribuenti alle prese con l'Agente della riscossione, in modo da allentare, per quanto possibile, anche le maglie strette della rateizzazione. In quest'ottica è stata disposta, alla presentazione della richiesta di dilazione, la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza e il divieto di iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche o di avviare nuove procedure esecutive. Innalzata poi a 100.000 euro la soglia per i controlli relativi alle rateizzazioni richieste entro la fine del 2021, e da 5 a 10 il numero di rate al cui mancato pagamento consegue la decadenza della rateizzazione. Offerta una seconda possibilità anche ai contribuenti decaduti dai piani di rateizzazione o dalle precedenti rottamazioni delle cartelle esattoriali: questi ultimi, entro la fine del 2021, potranno presentare una nuova richiesta di rateizzazione. Di più. Il Governo interviene ancora una volta sul fronte degli indennizzi a fondo perduto: per un verso il Decreto ristori-quater amplia la platea delle attività ammesse a fruirne, in modo da includere agenti di commercio, mediatori e procacciatori di affari; per l'altro verso, incrementa il plafond messo a disposizione del settore dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo di 90 milioni di euro, di 10 milioni di euro quello in favore dei tour operator e delle agenzie di viaggi, e di ben 500 milioni di euro quello a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese attraverso la concessione di finanziamenti a tasso agevolato. Mentre taglia da 600 a 450 milioni di euro la disponibilità del fondo per la filiera della ristorazione, già istituito con il Decreto Agosto, con 350 milioni di euro per il 2020 provvede al rifinanziamento del fondo volto a ristorare le perdite subite dal settore delle fiere e dei congressi. Infine, buone notizie anche per gli stagionali del turismo, terme e altre categorie nonché per i lavoratori dello spettacolo: per loro, sotto l'albero, un'indennità una tantum di 1.000 euro. In conclusione
Considerando la situazione di crisi contingente che ha assunto ormai dimensioni mondiali, gli sforzi del Governo di improntare svariati interventi di welfare in favore delle attività produttive, in un'ottica di rilancio dell'economia nazionale, risultano senza dubbio apprezzabili, oltre che doverosi. E ciò nonostante le perplessità relative all'individuazione, nelle prime due versioni del Decreto Ristori tramite codici ATECO, delle attività beneficiarie delle misure agevolative, vista la sovrapposizione conflittuale creatasi ai fini dei rinvii contributivi e altri benefici per alcuni operatori (ad esempio, per i gestori degli apparecchi da gioco). In ogni caso, il cerchio dei Decreti Ristori sembra chiuso (in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di conversione). La versione quater è decisamente il fanalino di coda della lunga sequela, come conferma l'approvazione della Legge di conversione prossimamente in pubblicazione, che prevede altresì qualche piccola novità. Dal rimborso a titolo di contributo a fondo perduto del 50% dello sconto praticato sul canone dai locatori, per il 2021, agli inquilini in difficoltà economica, alla rateizzazione dei versamenti delle imposte dirette de dell'Irap che il Decreto Ristori-quater aveva già prorogato al 30 aprile 2021; dalla proroga dell'esenzione Cosap e Tosap per il primo trimestre 2021 all'anticipo di alcune norme in materia di crisi da sovraindebitamento. Ma i riflettori sono ormai tutti puntati sulla Manovra finanziaria per il 2021 e sui suoi 38 miliardi di euro da convogliare a imprese, welfare e occupazione “rosa” e giovanile.
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