Non è assistito da giusta causa il licenziamento del lavoratore che rifiuta di servire un cliente senza mascherina

01 Febbraio 2021

La condotta censurata da parte datoriale – consistita nel rifiuto del dipendente di servire un cliente perché sprovvisto di mascherina - è inidonea a ledere definitivamente la fiducia alla base del rapporto di lavoro, così non integrando violazione del dovere di fedeltà posto dall'art. 2105 c.c. né, tantomeno, giusta causa di licenziamento...

La condotta censurata da parte datoriale – consistita nel rifiuto del dipendente di servire un cliente perché sprovvisto di mascherina - è inidonea a ledere definitivamente la fiducia alla base del rapporto di lavoro, così non integrando violazione del dovere di fedeltà posto dall'art. 2105 c.c. né, tantomeno, giusta causa di licenziamento.

Nel caso in esame, il lavoratore si è limitato ad esercitare il proprio diritto, costituzionalmente garantito, a svolgere la propria prestazione in condizioni di sicurezza. L'esimente dello stato di necessità gli consentiva del resto, pur in assenza di una specifica disposizione di legge, anche di astenersi dal lavoro poiché lo svolgimento della prestazione lo esponeva ad un rischio di danno alla persona.

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